Cosa sono i buoni fruttiferi postali
ll buono fruttifero postale è un diffusissimo prodotto di investimento, molto comune tra i risparmiatori italiani, emesso dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. e collocato per il tramite di Poste Italiane S.p.A. Il buono è rimborsabile a vista e garantito dallo Stato. Gli interessi (nella maggior parte dei buoni sottoscrivibili) sono determinati alla sottoscrizione in base alla tipologia di buoni fruttifero postale scelto.
I buoni postali sono emessi alla pari (100% del valore nominale sottoscritto) e possono essere rimborsati anticipatamente, con diritto alla restituzione del capitale sottoscritto.
Rendimenti dei buoni postali
Gli interessi degli stessi buoni, in base alla tipologia, possono maturare alla scadenza del prodotto o anche prima della stessa, in corrispondenza di predeterminati periodi trascorsi dalla sottoscrizione del buono stesso. È interessante considerare che i buoni fruttiferi postali non hanno costi di sottoscrizione e rimborso, salvo gli oneri fiscali.
Inoltre, sono esenti da imposta di successione e la tassazione non è quella del 26% ma quella agevolata al 12,50% come per i titoli di stato.
I rendimenti annui lordi dei buoni postali attualmente sottoscrivibili previsti nelle varie (che vanno da 3 anni fino a 20 anni) sono compresi fra l’1.50% a 3 anni ed il 3% a 16 anni.
Conviene investire in buoni fruttiferi postali o in titoli di stato?
Comparando i rendimenti dei buoni postali con i titoli di stato, attualmente anche a breve termine, i buoni postali risultano meno convenienti in termini di tasso di interesse (attualmente un BTP a 3 anni rende circa il 3,40% annuo lordo). Tuttavia i buoni non sono soggetti a oscillazioni di mercato e in caso di rimborso anticipato, difatti il sottoscrittore ha diritto a riottenere almeno il capitale investito (mentre con i BTP in caso di salita dei tassi di interesse il valore di mercato può scendere anche sensibilmente).
Oltre ai classici buoni ordinari, bisogna far attenzione ai nuovi prodotti che sono più complessi rispetto ai tradizionali. Esistono difatti oggi dei buoni che possono essere rimborsati solo a determinate scadenze e quindi in pratica sono comparabili con dei depositi vincolati.
Infine si segnala che sono nati dei nuovi buoni postali, che garantiscono un tasso d’interesse molto basso ma alla scadenza potrebbero elargire un premio legato all’andamento di particolari indici del mercato azionario (tali prodotti quindi sono significativamente più complessi rispetto al classico buono ordinario).
La scelta tra la sottoscrizione di un buono postale e di titoli di stato a breve, medio o lunga scadenza, va quindi valutata attentamente, sulla base dei propri obiettivi finanziari e delle proprie esigenze future.
L’ausilio di un consulente finanziario indipendente (che non lavora per nessuna banca, assicurazione o posta), può aiutarti nella scelta a te più adatta e consapevole.
I buoni postali ordinari non sono sempre prodotti chiari e semplici
Anche se il buono postale ordinario sembra un prodotto semplice e chiaro, nel passato con la serie Q/P emessa tra il 01/07/1986 e il 31/10/1995 si sono creati dei problemi al rimborso, in quanto il rendimento indicato nel buono non era quello che veniva corrisposto ai clienti, perché nel frattempo i rendimenti erano stati variati dal Governo tramite decreto, senza però chiaramente indicare nel titolo i nuovi tassi.
L’Arbitro delle controversie finanziarie in moltissimi casi ha accolto i ricorsi dei risparmiatori su questa problematica.
Il nostro Ufficio Studi e Ricerche ha assisto molti risparmiatori che avevano ottenuto un rimborso minore del dovuto verificando il calcolo dei buoni fruttiferi postali e andando successivamente a recuperare le perdite.
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