57enne indeciso sul riscatto della laurea
Vi scrivo per avere un consiglio in merito all'opportunità o meno di effettuare il riscatto della laurea.
Sono nato nel 1962 ed ho iniziato a versare i contributi nella gestione commercianti lnps il 1° gennaio 1988, regolarmente fino al 31 dicembre 2013 per poi, in continuità, versare i contributi nella gestione dipendenti Inps dal 19 febbraio 2014 quale dipendente tutt'ora di un'azienda privata. Ho inserito i dati nel simulatore Inps per il calcolo del riscatto di quattro anni del corso di laurea dal 1981 al 1984 e il risultato è stato pari a 32.537,81 euro. Il mio attuale reddito è di 26.769,00 euro e sto versando a un fondo di previdenza aperto (Amundi Secondapensione Bilanciata) un importo annuo di 5.100 euro il cui montante a oggi è di 69.000 circa. Per avere una pensione vicina al mio attuale reddito è il caso che effettui il riscatto della laurea e continui a versare nel fondo pensione utilizzando parte dei risparmi accantonati? Il riscatto mi consentirebbe un anticipo pensionistico? Nel caso positivo di quanti anni? Ho dei contributi versati anche nella gestione Enasarco prima del 1988 non coincidenti con la gestione commercianti, si possono cumulare o ricongiungere in Inps al posto del riscatto della laurea?
risponde Federica Pezzatti (f.pezzatti@ilsole24ore.com)
Il tema del riscatto degli anni di studio è molto sentito dai lettori di Plus24. Per ottenere una valutazione adeguata abbiamo coinvolto gli esperti sulla normativa. «Abbiamo analizzato l'estratto contributivo del lettore, considerando congiuntamente le posizioni maturate nelle diverse gestioni -, spiegano da Consultique Scf -. Ipotizzando che il lettore continui l'attività lavorativa da dipendente fino al pensionamento con una crescita dei redditi pari all’1%, oltre l'inflazione attesa, applicando il Cumulo (L. 228/2012 e L. 232/2016) accederà al pensionamento con pensione di vecchiaia a dicembre 2030, all'età di 68 anni, con il requisito degli attuali 67 anni con 20 anni di contributi, requisito da adeguare all'aspettativa alla speranza di vita. In questo scenario la pensione percepita ammonterà a 24.103 euro reali lordi annui, con un tasso di sostituzione netto pari a circa il 92%». Ipotizzando il riscatto dei quattro anni di corso legale di laurea, il cui onere da sostenere ammonta a 32.537 euro, onere interamente deducibile, il lettore accederebbe al pensionamento a settembre 2026, all'età di 63 anni, con pensione anticipata, con il requisito dei 42 anni e 10 mesi di contribuzione. Ricordiamo che il Decreto-legge n.4 del 28 gennaio 2019 ha bloccato gli adeguamenti alla speranza di vita fino al 31 dicembre 2026, inserendo però una finestra d'uscita di 3 mesi. Pertanto, il riscatto di laurea consentirebbe di anticipare la data di pensionamento di quattro anni e 3 mesi. La pensione percepita in questo scenario ammonterà a 21.273 euro reali lordi annui, con un tasso di sostituzione netto pari a circa l'85%. Per quanto riguarda la previdenza integrativa, il lettore ha in essere il fondo pensione aperto SecondaPensione di Amundi, linea bilanciata. Ipotizzando che continui a versare fino al pensionamento il massimo deducibile fiscalmente (5.164,57 € annui) e riscatti gli anni di laurea, accederebbe al pensionamento già all'età di 63 anni con un tasso di sostituzione pari al 100%: le entrate da previdenza pubblica, unitamente a quelle della previdenza integrativa, saranno uguali all'ultimo reddito ante pensione. Nel caso in cui non riscattasse gli anni di laurea, la contribuzione nella previdenza integrativa gli consentirebbe di avere un tasso di sostituzione superiore al 110%, tuttavia dovrebbe lavorare e contribuire fino a 68 anni (dicembre 2030).
Infine, per quanto riguarda i contributi Enasarco, purtroppo non è possibile ricongiungerli presso l'Inps in quanto il trattamento previdenziale Enasarco ha natura integrativa e non sostitutiva dell'assicurazione generale obbligatoria (articolo 1, comma 1, Legge 29/1979).