UNA FINESTRA SUL MONDO
L’nflazione Usa di gennaio frena, ma a un ritmo più lento di quanto ci si attendeva. Il dato è sceso per il settimo mese consecutivo al 6,4% su base annua, dopo il 6,5% di dicembre . Il mercato si aspettava un rallentamento più marcato, che è stato macchiato dal dato sui prezzi delle case e dalla componente energetica. L’aumento dei prezzi degli immobili ha rappresentato circa la metà della variazione mensile (+0,7%). Anche l’energia ha dato forte contributo con un +2% su base mensile, mentre i costi alimentari sono cresciuti dello 0,5% sempre su base mensile. L’indice core, al netto delle ultime due componenti, energetici e alimentari ha mostrato una crescita del 5,6% su base tendenziale e del 0,4% su base congiunturale, contro il 5,5% e lo 0,3% atteso. Queste revisioni dei dati sull’inflazione rendono complesso fare ipotesi sul futuro e sulle prossime mosse da parte della Fed, in quando cambiano di poco la narrazione e la prospettiva di convergenza verso l'obiettivo del 2%. È chiaro che se l'intensità del rallentamento dovesse rimanere invariata servirà più tempo per raggiungere gli obiettivi della Fed.Il mercato sconta due rialzi dei tassidi 25 punti pb per marzo e maggio e un possibile taglio del costo del denaro per fine 2023.