L'apertura da parte di Consultique di una sede a Milano accende i fari su un settore nel quale il numero di professionisti è molto aumentato in pochi mesi
Consultique, società veronese di consulenza finanziaria indipendente, apre un suo ufficio in piazza Duomo a Milano e la notizia riporta l'attenzione su un settore, quello della consulenza indipendente in crescita.
Da un punto di vista normativo si deve parlare di consulenza autonoma, che si distingue da quella prestata dai consulenti finanziari "abilitati all'offerta fuori se· de", quelli che operano per conto di reti di consulenza e banche, principalmente perché i consulenti auto· nomi non possono ricevere alcun compenso da intermediari e società prodotto, ma sono remunerati esclusivamente dal cliente, a parcella, non a caso è chiamata anche consulenza fee-only. I consulenti autonomi possono operare in proprio oppure per conto di una società di consulenza finanziaria; per iscriversi nell'apposita sezione all'albo dei consulenti finanziari devono essere in possesso di specifici requisiti di onorabilità, professionalità, indipendenza e superare (salvo alcune eccezioni) una prova valutativa; chi svolge l'attività in proprio deve anche disporre di una copertura assicurativa per danni da negligenza professionale. È una professione giovane, che solo da poco ha superato la fase di "rodaggio" normativo.
All'11 agosto, secondo i dati dell'Ocf - l'Organismo di vigilanza e tenuta dell'albo unico dei consulenti finanziari - i consulenti finanziari autonomi erano 525, che per una metà circa operano per conto di una delle 61 società di consulenza finanziaria autorizzate; a fine 2021 il loro numero si fermava a 428 e le società erano 49.
Numeri destinati ad aumentare, secondo Cesare Armellini, CEO di Consultique e presidente di Nafop, associazione dei consulenti autonomi, che conta circa 240 iscritti: «Siamo in attesa di un decreto ministeriale che faciliterà il passaggio alla nostra sezione dell'albo di coloro che sono iscritti nella sezione dei consulenti finanziari abilitati all'offerta fuori sede. Ad oggi esistono ancora alcuni vincoli a questo passaggio, una volta rimossi ci aspettiamo un'accelerazione notevole degli iscritti».
Sinora la consulenza autonoma si è sviluppata soprattutto al Nord, vi opera il 72% del totale, prevalgono largamente i professionisti di sesso maschile, l'età media è inferiore a quella dei consulenti che la vorano per le reti, qui siamo a 45 anni e un quarto degli iscritti ha meno di 35 anni. Un aiuto per chi decide di lavorare in proprio può venire da società come Consultique che fornisce analisi finanziarie, informative, software e strumenti di compliance, «con cifre veramente contenute, perché distribuiamo questo costo fra centinaia di soggetti», sottolinea Armellini.
La parcella chiesta al cliente può essere rappresentata da un importo fisso o calcolata in percentuale del patrimonio sotto consulenza o in base alla performance o una loro combinazione. Le differenze rispetto al costo di una consulenza finanziaria tradizionale sono definite abissali da Armellini, che indica in uno 0,3-0,5% del patrimonio il compenso mediamente richiesto da un professionista a parcella. Costi bassi, assenza di conflitti d'interesse, nessun budget di vendita da rispettare. Qual è dunque il principale ostacolo allo sviluppo di questo mercato? «È un problema puramente culturale e sappiamo che in Italia il livello di cultura finanziaria è molto basso. Quindi più aumenta la cultura finanziaria, più si sviluppa il mercato della consulenza autonoma», afferma Armellini. «Posso però dire che il 2021 è stato il primo anno di vera crescita, in termini di clienti ma anche di masse sotto consulenza. Il mercato della consulenza indipendente è partito».
MARIANO MANGIA