Maino (Consultique): “Manca ancora la pubblicazione definitiva dei nuovo Tuf da parte dei Med e il regolamento Consob sul nuovo Organismo. Nel 2017 tutto sarà pronto”
Il mercato è ancora in attesa dell’Albo Unico. Sembra una storia infinita. Da quando il recepimento della direttiva comunitaria Mifid ha riconosciuto professionalmente l’attività del consulente finanziario indipendente sono passati 9 anni. Due lustri, quasi, che hanno visto rincorrersi diverse proposte per dare vita a un albo professionale dei fee only. Ma nulla si è concretizzato. Almeno fino alla fine dello scorso anno, quando la legge 28 dicembre 2015 n. 208 (Legge di stabilità) ha previsto l’istituzione dell’Albo unico dei consulenti finanziari e dell’Organismo deputato alla sua vigilanza e tenuta. Un nuovo albo, suddiviso in tre sezioni, con funzioni di vigilanza sui consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede (prima denominati promotori finanziari), sui consulenti finanziari autonomi e sulle società di consulenza finanziaria. Un “grande” passo in avanti. Ma si continua a viaggiare con il freno a mano tirato. Dell’Albo Unico, infatti, ancora non c’è traccia.
“Manca la pubblicazione definitiva del nuovo Tuf da parte del Mef e il regolamento Consob sul nuovo Organismo — spiega Luca Mainò, cofondatore di Consultique e membro del direttivo Nafop — L’Ocf ha anche avviato una rilevazione che scadrà il 30 settembre per capire quanti potrebbero essere i potenziali indipendenti con l’avvio dell’albo”.
- Quando sarà operativo l’Albo?
La reale operatività avrà luogo nel 2017. Oltre alla sezione degli ex-Pf, ci saranno anche quelle dei consulenti indipendenti (gli autonomi, ndr) e delle società. Penso che nella prima fase oltre ai fee only planner, molti dei quali sono rappresentati dalla nostra associazione Nafop, accederanno all’attività molti professionisti che da ben 10 anni attendono di poter partire, dato il blocco all’accesso della professione che non ha permesso l’organico sviluppo in Italia della consulenza indipendente. Questo contribuirà a far crescere la concorrenza nel settore e riteniamo sposterà in alto l’asticella della qualità del servizio al cliente a tutto beneficio del mercato. Se la MiFID2 verrà recepita correttamente nel nostro Paese ci sarà maggiore trasparenza a vantaggio del cliente.
- Ma le famiglie la vogliono davvero la consulenza indipendente?
La domanda negli ultimi anni e cresciuta sensibilmente. La fascia alta della clientela vuole la protezione dei propri asset e cerca soluzioni per la trasmissione del patrimonio a figli e nipoti. Il cliente “private” ricerca una maggiore efficienza nella gestione dei propri asset, mentre i piccoli sono preoccupati dalla solidità delle banche e dal timore di avere in portafoglio prodotti costosi e poco trasparenti. La consulenza indipendente copra tutte le esigenze della clientele.