Questi titoli sono esposti ad alta volatilità
e a volte alla difficoltà di venderli. Ecco come
affrontarli su Plus24 di sabato 29 aprile 2017.
Nei periodi di “magra” sul fronte dei rendimenti, i risparmiatori potrebbero essere incentivati ad acquistare azioni. Nulla da eccepire, l’importante è che sappiano che si tratta di strumenti a elevato rischio, caratterizzati da un’alta volatilità (forti oscillazioni del prezzo) e in alcuni casi di bassa liquidità (cioè difficoltà nella vendita).
Le società selezionate dovrebbero presentare una marginalità elevata (cioè un fatturato/utili in crescita) e un buon equilibrio finanziario (in particolare un basso indebitamento). Bisogna poi rilevare l’eventuale sottovalutazione del titolo, confrontando il prezzo attuale (dato dall’attualizzazione dei dividendi futuri, cioè legato alla capacità di profitto dell’azienda) e il fair value (il “giusto prezzo”) dell’azione che si ricava con diversi metodi, per esempio con i multipli di mercato (rapporti: prezzo\utili; prezzo sul valore di libro; prezzo di mercato delle azioni\ricavi di vendita, si veda scheda a fianco).
Il settore economico in cui opera la società è poi un altro fattore importante da valutare. In questo caso e utile tenere in considerazione il Beta (cioè la tendenza del rendimento di un’attività a variare in conseguenza di variazioni di mercato) del titolo o del settore. In un momento di forte volatilità, infatti, è preferibile l’esposizione verso comparti difensivi (con Beta < 1, come quello alimentare) mentre in fasi di forte crescita è forse meglio scegliere settori ciclici (con Beta >1, come quello finanziario).
Una valutazione macroeconomica del Paese di appartenenza della società individuata, infine, permette di valutare come Pil (Prodotto interno lordo) e politica monetaria (o valutaria) possano influenzare il titolo; per esempio, un aumento dei tassi di interesse potrebbe andare a sfavore delle società con debito elevato. «Dalla vittoria di Trump - analizzano da Consultique - l’azionario ha registrato un chiaro trend crescente, con una inversione settoriale verso i comparti più ciclici. Inoltre, la scelta di esporsi a società solide (value) sembrerebbe aver offerto una sovraperformance rispetto a un investimento diretto verso l’indice generale europeo o Usa. In Italia il miglior rendimento è stato registrato dalle Mid e Small cap, grazie alle ottime stime di crescita e alla nascita dei Pir (Piani individuali di risparmio».