Ecco la nostra analisi del bond pubblicata su Plus24 del 20 maggio 2017.
L’obbligazione ha oggi poche probabilità
di subire una perdita.Difficoltà in caso
di vendita anticipata
Il fatto di essere un bond senior (cioè ha “priorità” di rimborso in caso di default della banca) in scadenza tra (relativamente) poco tempo, rende basso il rischio sul titolo del Credito siciliano acquistato dal lettore di «Plus24» che, però, potrebbe avere difficoltà di vendita in caso non volesse portarlo a scadenza. Vediamo il perché.
- Il bond del credito siciliano
L’obbligazione senior (non subordinata, quindi) - emessa nel febbraio 2017 con scadenza aprile 2020 - prevede il pagamento di cedole semestrali al tasso dell’1% per tutta la durata del prestito (la prima cedola verrà pagata il 3 ottobre 2017). Il titolo è scambiato sul sistema multilaterale di negoziazione Hi-Mtf (mercato order driven), cioè un circuito parallelo ai mercati regolamentati dove sono quotate numerose obbligazioni di banche popolari. Al momento non ci sono stati scambi sul mercato per questo titolo che quota quindi ancora a un prezzo teorico di 100. È presente il market maker (cioè chi si è impegnato anche nell’acquisto) che ha stabilito una quotazione di 98,10 euro.
- Gli scenari di probabilità
«Questo bond — spiegano da Consultique — ha una probabilità del 7,77% di perdere 59 euro su 100 iniziali (valore di recupero circa 41,19 euro) e nel 92,23% dei casi può consentire un guadagno interessante dato da un rimborso atteso di 103,03 euro su 100 iniziali. Questi scenari sono stati elaborati in coerenza con l’unica quotazione disponibile del bond e con quella di altre emissioni obbligazionarie simili appartenenti al gruppo Credito Valtellinese. Tutti questi titoli — concludono gli analisti veronesi — sono comunque quotati su Hi-Mtf anche se con scarsa liquidità. La scadenza ravvicinata (tre anni) e la seniority elevata consentono di definire una rischiosità bassa».
- La situazione della banca
Le notizie riferite al Credito Valtellinese continuano a non essere particolarmente buone. Anche la prima trimestrale del 2017, pur non mostrando dati negativi in misura preoccupante, non può certo definirsi positiva. Sul lato della patrimonializzazione di riducono ulteriormente i margini rispetto a quanto imposto dall’autorità di vigilanza europea. In particolare, il Total capital ratio è del 12,7% contro una richiesta regolamentare (test Srep) dell’11,25%. Dal punto di vista reddituale, invece, il risultato netto è in utile ma si osservano diminuzioni di redditività su tutti i livelli rispetto al primo trimestre dello scorso anno.
Non si notano progressi nella soluzione dei crediti deteriorati (Npl), con un indice di copertura dichiarato del 41,6%, un valore basso rispetto alla media di sistema. I crediti deteriorati netti (circa 3,11 miliardi) ammontano a circa 1,8 volte il patrimonio netto. La situazione della banca, dunque, non può definirsi in salute ma allo stesso tempo non vi sono immediate preoccupazioni sulla tenuta patrimoniale dell’istituto di credito lombardo. Non è possibile escludere che necessità di rettifiche possano incidere sugli utili degli anni futuri e di conseguenza sulla situazione patrimoniale.