In un periodo in cui le banche centrali puntano in tutta Europa su una politica accomodante, in Norvegia le attese per i prossimi mesi sono differenti, ovvero orientate a un possibile rialzo dei tassi. L’economia norvegese infatti si presenta con una buona e stabile situazione economica; il Pil ha registrato un +1,5% nel 2018, con stime per una crescita consolidata anche per i prossimi anni. Dopo aver incrementato i tassi dello 0,25% a marzo, nell’ultimo meeting la Banca Centrale norvegese ha mantenuto i tassi stabili all’1%, anticipando tuttavia un possibile rialzo a giugno. Fino al 2017 la politica era molto vicina agli altri paesi europei, con un tasso fisso allo 0,5%, mentre dal 2018 ha iniziato ad incrementarlo a fronte di una inflazione sostenuta. Con il recupero del prezzo del petrolio, il carovita è su livelli superiori alle attese, pari al 2,9% rispetto al target del 2,5%. Anche la situazione sul mercato del lavoro è ottima, con un tasso di disoccupazione molto basso, pari al 3,9%. L’obiettivo norvegese è quello di ridurre i rischi derivanti dall’eccessiva esposizione alla volatilità del prezzo del petrolio e puntare a diventare un’economia “green” con l’utilizzo di energie rinnovabili.
La Borsa norvegese esposta al 30% al settore energy, registra una perdita a un anno -4,3% in euro, rispetto una performance dell’indice MSCI Europe del -1,6%. La valuta locale (NOK, corona norvegese) si è deprezzata in modo significativo dal 2011 al 2015 (il cambio NOKUSD è sceso di circa il 38%) a causa soprattutto del prezzo del petrolio, per poi stabilizzarsi negli ultimi anni. È possibile esporsi al mercato norvegese azionario e obbligazionario tramite fondi ed Etf o direttamente con titoli governativi del paese scandinavo.