DIVERSIFICAZIONE
Il mondo obbligazionario è molto composito e così da inizio anno ci sono dei segmenti di mercato che hanno guadagnato. Scorrendo i fondi e gli Etf più performanti l’attenzione si concentra o su alcune aree territoriali (come il Brasile) o su strumenti che hanno beneficiato del rialzo dell’inflazione. In particolare tra gli Etf guadagni superiori al 7% per i cloni che replicano le aspettative di inflazione e che hanno beneficiato della fiammata dei prezzi delle commodity per effetto della guerra. Bene anche gli strumenti legati ai bond cinesi. Tra i fondi la situazione ha premiato l’effetto valuta e anche la gestione attiva di alcuni strumenti. Soprattutto la possibilità di adottare politiche di investimento al ribasso ha consentito dei margini di manovra molto competitivi in questa fase. Le poche eccezioni in termini di guadagno da inizio fanno «fanno riferimento - spiega Rocco Probo, analista Consultique - ai titoli indicizzati all’inflazione e alle obbligazioni governative a breve termine o con duration prossima allo zero (come i titoli a tasso variabile) denominate in dollari, il cui rendimento per un investitore europeo è ancora positivo da inizio anno solo grazie all’effetto del dollaro. Gli strumenti che si espongono a queste asset class replicandole passivamente o che si espongono attivamente, ma comunque su duration molto corte, sono quindi gli unici che possono vantare delle performance leggermente positive da inizio anno tra i prodotti che seguono un approccio di investimento long-only».
Per trovare strumenti con performance superiori è inevitabile indirizzarsi verso «strutture short - aggiunge Probo - o che possono utilizzare tali strutture come nel caso dei fondi flessibili. Ci si può, in particolare, esporre short attraverso gli Etf che lo permettono ad esempio sui titoli governativi tedeschi. Allo stesso modo esistono anche Etf che permettono di esporsi unicamente sulle aspettative di inflazione, escludendo quindi dal rendimento dei titoli inflation linked l’impatto del rialzo dei tassi. I fondi flessibili che hanno preso posizione allo stesso modo sul rialzo dei tassi hanno beneficiato e hanno ottenuto delle performance positive. Nel caso del T.Rowe Dynamic Global Bond la duration attuale del fondo è negativa, mentre nel caso del Templeton Global Bond oltre ad una bassa duration vi è anche una gestione attiva della componente valutaria che è riuscita a creare valore».
La scelta di una gestione attiva deve ovviamente mettere sul piatto il fattore dei costi, rispetto ai rendimenti, e soprattutto la sostenibilità di questo approccio nel tempo. E questo è l’aspetto più difficile da ponderare. «L’investitore - conclude Probo - non può conoscere come il gestore di un fondo flessibile si comporterà in futuro e non è probabile che scelga sempre il cavallo vincente all’interno del gruppo dei fondi obbligazionari flessibili. Proprio in quanto è presente un elemento aleatorio in più oltre all’andamento dei mercati, ovvero le scelte del gestore, questa categoria di prodotti è sia quella che può permettere performance migliori in questo contesto, sia quella che presenta una maggiore variabilità nelle performance dei componenti del gruppo, le quali vanno da ottime performance ad oltre il -17% dei fondi che in questo momento risultano essere i peggiori della classe».
Andrea Gennai