Dal fermento alla delusione
A Verona, la città dove ha sede Cattolica Assicurazioni, si respira più che altro amarezza dopo il successo dell'opa di Generali, che è riuscita a conquistare l'84,5% della compagnia assicurativa offrendo 6,75 euro ad azione. A raccontare che aria tiri è Andrea Cattapan, analista dell'ufficio studi della boutique finanziaria Consultique, una società di consulenza indipendente con sede a Verona che conta tra i suoi clienti alcuni soci storici di Cattolica e ha visto più da vicino le ultime vicende che l'hanno interessata. "Hanno chiamato in tanti al nostro ufficio studi per chiedere consigli. Ora c'è delusione, questo è il sentiment comune: è un altro pezzo di Verona che se ne va dopo il Banco Popolare qualche anno fa", spiega all'Adnkronos.
L'intenzione di Generali, ora che ha preso più di due terzi della società, è quella di fare una fusione e del gruppo fondato 125 anni potrebbe rimanere poco. "Penso che il marchio resisterà all'inizio, anche per una questione di visibilità dei prodotti assicurativi. Col tempo, forse, Generali riorganizzerà tutto e razionalizzerà i prodotti. Il guaio è più sul fronte finanziario, perché la città ne esce ferita. I prezzi medi di carico e di detenzione dei titoli di Cattolica sono in generale molto più alti di quelli dell'opa", fa notare l'analista. "Negli anni - ragiona - ci sono stati dividendi che possono rendere meno amaro il tutto, ma chi è socio storico di Cattolica magari ha comprato le azioni quando costavano molto di più dei valori attuali (nel 2007 valevano anche più di 40 euro, ndr)". Di conseguenza, "non è andata granché bene ai risparmiatori che in questi anni hanno tenuto i titoli e ora si troveranno delle minusvalenze".
Alcuni soci, come succede in molte offerte pubbliche, si aspettavano un rilancio che alla fine non è arrivato. "Penso che il motivo più importante sia che non c'era un polo aggregante di grandi azionisti che si potevano opporre insieme, tra fondazioni o fondi di investimento". Poi, con l'adesione all'opa dell'imprenditore americano Warren Buffett, che aveva poco meno del 7%, "c'è stato uno scivolare degli eventi: tutti si sono accodati. Si è creato un circolo vizioso. Più si sentiva qualcuno aderire e più gli altri si convincevano a farlo per prendere subito il cash. Del resto da lunedì c'è incertezza, adesso il titolo si sgancia dal prezzo dell'opa".
30 ottobre 2021