Il quesito e l'intervento dell'Ufficio Studi e Ricerche Consultique
Ho sottoscritto, per un importo di 150mila euro, il prodotto Unit linked ”Life income 360” di CreditRas nella mia filiale UniCredit, credendo che fosse un prodotto finanziario. Allo sportello mi è stato descritto come un insieme di fondi/Sicav e non come una polizza Vita. Ho chiesto contezza di tale operato commerciale alla filiale e, non avendo avuto risposte esaurienti, ho inviato un reclamo formale, sottolineando la pratica commerciale poco ortodossa nonché chiedendo chiarimenti sulla metodologia di calcolo della cedola stessa e sulle commissioni gravanti sullo stesso prodotto assicurativo. Oltre a pagare una commissione d’ingresso mi trovo vessato nell’uscita in quanto vi è stata una forte penale per il rimborso anticipato.
- L'Intervento del nostro Ufficio Studi e Ricerche
Quando ricevo queste lettere non posso che stupirmi della scarsa passione degli investitori verso la conoscenza dei prodotti che sottoscrivono in banca. Un comportamento che certamente non adottano quando scelgono, per esempio, un’autovettura, un orologio o uno smartphone. Prima di acquistare uno di questi oggetti di solito si documentano e non rischiano di comprare un prodotto diverso da quello desiderato.
Nel settore finanziario invece capita spesso di sentire storie come la sua. Il che mi fa capire che le autorità di vigilanza hannno le armi veramente spuntate. Si può continuare sulla via della semplificazione, ma se i prospetti e le note informative non vengono neppure aperte c’è poco da fare.
I risparmiatori continuano a fidarsi della parola del consulente di turno senza neppure guardare il contratto che firmano. Salvo poi accorgersi (troppo tardi) dei costi e delle spese di riscatto. Non so se la copiosa documentazione che le deve essere stata consegnata prima della firma del contratto le sia stata effettivamente sottoposta, in ogni caso nel contratto che lei ci ha inviato c’è scritto nero su bianco che si tratta di una polizza Vita.
Fatta questa premessa analizziamo la Polizza “Life Income 360” che è una polizza unit linked, un prodotto abbastanza costoso e piuttosto volatile, non particolarmente adatto alla finalità tipica di una polizza Vita, ovvero quella di garantire un capitale sicuro ai propri familiari in caso di decesso. Il primo elemento di costo si ritrova nel caricamento iniziale, pari all’1%: il capitale investito risulta infatti pari a 148.500 euro (contro i 150mila versati).
«Tale capitale è collegato al rendimento del fondo flessibile “CreditRas Income 360”, al netto di una commissione di gestione annua pari all’1,75% e ulteriori costi dovuti ai fondi interni che costituiscono il fondo assicurativo. Il costo complessivo, il cosiddetto Ter (total expense ratio), risulta pari al 2,53% circa, che sottolinea una inefficienza dello strumento» spiegano da Consultique.
Il fondo, dalla data di sottoscrizione della polizza (marzo 2016), ha registrato una performance del 3,51% con una discreta volatilità, dalla quale è possibile intuire una componente di equity pari a circa il 30 per cento. Un elemento negativo è rappresentato dalla corresponsione di prestazioni ricorrenti durante la vita dell’assicurato, come definito per contratto; in particolare la polizza liquida semestralmente un importo pari all’1,8% del premio unico versato (2.700 euro). Tale operazione viene eseguita attraverso una riduzione delle quote del fondo interno, indipendentemente dal suo andamento; la polizza potrebbe quindi in alcuni casi liquidare al cliente un importo superiore rispetto alla performance registrata dallo strumento in quell’arco temporale, andando così a erodere parte del capitale inziale versato.
Il riscatto di tale polizza è possibile trascorso un mese dalla data di decorrenza del contratto, con l’applicazione di penali decrescenti fino al quarto anno compreso. Nel caso specifico, secondo gli analisti di Consultique, avendo sottoscritto la polizza a marzo del 2016, per i prossimi tre mesi il costo di uscita risulta pari al 3,8%. Al momento, stimando un controvalore della polizza pari a 151mila euro circa — a cui va sommata la prestazione ricorrente di 2.700 euro ottenuta a settembre — la scelta di riscattare la polizza comporterebbe una perdita rispetto al premio versato inizialmente (150mila euro) di circa 2mila euro. Ipotizzando una crescita del fondo di almeno lo 0,6% nei primi tre mesi del 2017 e considerando la liquidazione semestrale di ulteriori 2.700 euro, si stima un controvalore a fine marzo pari a 154.600 euro circa. Il riscatto ad aprile, considerando una penale di uscita scesa al 3%, comporterebbe quindi una perdita nulla o residuale rispetto il versamento iniziale.
Nel settore finanziario invece capita spesso di sentire storie come la sua. Il che mi fa capire che le autorità di vigilanza hannno le armi veramente spuntate. Si può continuare sulla via della semplificazione, ma se i prospetti e le note informative non vengono neppure aperte c’è poco da fare.
I risparmiatori continuano a fidarsi della parola del consulente di turno senza neppure guardare il contratto che firmano. Salvo poi accorgersi (troppo tardi) dei costi e delle spese di riscatto. Non so se la copiosa documentazione che le deve essere stata consegnata prima della firma del contratto le sia stata effettivamente sottoposta, in ogni caso nel contratto che lei ci ha inviato c’è scritto nero su bianco che si tratta di una polizza Vita.
Fatta questa premessa analizziamo la Polizza “Life Income 360” che è una polizza unit linked, un prodotto abbastanza costoso e piuttosto volatile, non particolarmente adatto alla finalità tipica di una polizza Vita, ovvero quella di garantire un capitale sicuro ai propri familiari in caso di decesso. Il primo elemento di costo si ritrova nel caricamento iniziale, pari all’1%: il capitale investito risulta infatti pari a 148.500 euro (contro i 150mila versati).
«Tale capitale è collegato al rendimento del fondo flessibile “CreditRas Income 360”, al netto di una commissione di gestione annua pari all’1,75% e ulteriori costi dovuti ai fondi interni che costituiscono il fondo assicurativo. Il costo complessivo, il cosiddetto Ter (total expense ratio), risulta pari al 2,53% circa, che sottolinea una inefficienza dello strumento» spiegano da Consultique.
Il fondo, dalla data di sottoscrizione della polizza (marzo 2016), ha registrato una performance del 3,51% con una discreta volatilità, dalla quale è possibile intuire una componente di equity pari a circa il 30 per cento. Un elemento negativo è rappresentato dalla corresponsione di prestazioni ricorrenti durante la vita dell’assicurato, come definito per contratto; in particolare la polizza liquida semestralmente un importo pari all’1,8% del premio unico versato (2.700 euro). Tale operazione viene eseguita attraverso una riduzione delle quote del fondo interno, indipendentemente dal suo andamento; la polizza potrebbe quindi in alcuni casi liquidare al cliente un importo superiore rispetto alla performance registrata dallo strumento in quell’arco temporale, andando così a erodere parte del capitale inziale versato.
Il riscatto di tale polizza è possibile trascorso un mese dalla data di decorrenza del contratto, con l’applicazione di penali decrescenti fino al quarto anno compreso. Nel caso specifico, secondo gli analisti di Consultique, avendo sottoscritto la polizza a marzo del 2016, per i prossimi tre mesi il costo di uscita risulta pari al 3,8%. Al momento, stimando un controvalore della polizza pari a 151mila euro circa — a cui va sommata la prestazione ricorrente di 2.700 euro ottenuta a settembre — la scelta di riscattare la polizza comporterebbe una perdita rispetto al premio versato inizialmente (150mila euro) di circa 2mila euro. Ipotizzando una crescita del fondo di almeno lo 0,6% nei primi tre mesi del 2017 e considerando la liquidazione semestrale di ulteriori 2.700 euro, si stima un controvalore a fine marzo pari a 154.600 euro circa. Il riscatto ad aprile, considerando una penale di uscita scesa al 3%, comporterebbe quindi una perdita nulla o residuale rispetto il versamento iniziale.