Dai fondi chiusi alle assicurazioni, i prodotti sul mercato non mancano. Per scegliere bene, l’investimento va valutato in base mal proprio profilo di rischio. Ferrari (Consultique): “Occhio alla componente costi”
Il gap medio tra primo “assegno” pensionistico e ultimo stipendio si aggira oggi tra l’82% e l’87 per cento. È quanto emerge da una simulazione effettuata da Consultique per conto di Focus Risparmio. Un gap che potrà essere colmato ricorrendo alla previdenza integrativa (vedi tabelle in pagina), grazie anche ai vantaggi fiscali connessi: i contributi versati a forme di previdenza complementare sono infatti deducibili dal reddito complessivo dichiarato ai fini Irpef per un importo massimo di 5.164,57 euro. “Tuttavia, un aspetto molto importante che va preso in considerazione è che i contributi versati non possono essere svincolati fino al momento del pensionamento, salvo alcune eccezioni”, spiega Paola Ferrari, analisti dell’ufficio studi e ricerche di Consultique.
I FONDI CHIUSI
L’adesione alla previdenza integrativa può avvenire attraverso un fondo pensione chiuso, aperto o un Pip. I fondi pensione chiusi, o negoziali, sono istituiti dai contratti o accordi collettivi e prevedono l’adesione al fondo dei soli lavoratori che ne sono rappresentati. “Una soluzione che privilegiamo in Consulqitue, in quanto fondi che hanno commissioni più contenute rispetto agli altri prodotti di Andra Dragoni
– argomenta Ferrari – Inoltre, se oltre al Tfr il lavoratore versa anche un contributo volontario, allora può godere del vantaggio del contributo del datore di lavoro”.
APERTI
Alternativa ai fondi chiusi sono i fondi pensione aperti, istituiti da banche, Sim o Sgr, a cui chiunque può aderire. Il ventaglio presente sul mercato è molto ampio. “Al fine di scegliere il prodotto migliore abbiamo elaborato un modello di rating proprietario – sottolinea Ferrari – Un indicatore sintetico che assegna un giudizio da 1 a 5 stelle (i fondi migliori sono quelli con 4-5 stelle, ndr). Per l’assegnazione del rating la nostra metodologia prevede l’utilizzo di diverse variabili, sia quantitative, come i costi e il rendimento degli ultimi 3 anni, sia qualitative, come la garanzia del capitale e la dimensione del patrimonio. Ogni linea di ciascun fondo viene valutata rispetto ad altre linee della medesima categoria, la media ponderata dei posizionamenti delle varie linee esprime la posizione nella classifica generale”.
E LE ASSICURAZIONI
Infine, altri prodotti di previdenza integrativa a cui tutti i lavoratori possono aderire sono i contratti di assicurazione sulla vita: Pip di ramo I, polizze tradizionali collegate a gestioni separate e Pip di ramo III (polizze unit-linked collegate a fondi interni) istituiti da un’impresa di assicurazione. “Questi ultimi, però, risultano meno efficienti rispetto ai fondi pensione, in quanto sono spesso gravati da costi più alti”, puntualizza Ferrari.
Il ventaglio di prodotti previdenziali è molto ampio. Per questo è importante prestare attenzione alla componente dei costi e individuare poi all’interno di ogni prodotto la linea di investimento più adatta sulla base del proprio profilo di rischio. “Data la finalità previdenziale dell’investimento, tendiamo a sconsigliare le linee azionarie, caratterizzate da un alto profilo di rischio”, conclude l’analista di Consultique.
Il gap medio tra primo “assegno” pensionistico e ultimo stipendio si aggira oggi tra l’82% e l’87 per cento. È quanto emerge da una simulazione effettuata da Consultique per conto di Focus Risparmio. Un gap che potrà essere colmato ricorrendo alla previdenza integrativa (vedi tabelle in pagina), grazie anche ai vantaggi fiscali connessi: i contributi versati a forme di previdenza complementare sono infatti deducibili dal reddito complessivo dichiarato ai fini Irpef per un importo massimo di 5.164,57 euro. “Tuttavia, un aspetto molto importante che va preso in considerazione è che i contributi versati non possono essere svincolati fino al momento del pensionamento, salvo alcune eccezioni”, spiega Paola Ferrari, analisti dell’ufficio studi e ricerche di Consultique.
I FONDI CHIUSI
L’adesione alla previdenza integrativa può avvenire attraverso un fondo pensione chiuso, aperto o un Pip. I fondi pensione chiusi, o negoziali, sono istituiti dai contratti o accordi collettivi e prevedono l’adesione al fondo dei soli lavoratori che ne sono rappresentati. “Una soluzione che privilegiamo in Consulqitue, in quanto fondi che hanno commissioni più contenute rispetto agli altri prodotti di Andra Dragoni
– argomenta Ferrari – Inoltre, se oltre al Tfr il lavoratore versa anche un contributo volontario, allora può godere del vantaggio del contributo del datore di lavoro”.
APERTI
Alternativa ai fondi chiusi sono i fondi pensione aperti, istituiti da banche, Sim o Sgr, a cui chiunque può aderire. Il ventaglio presente sul mercato è molto ampio. “Al fine di scegliere il prodotto migliore abbiamo elaborato un modello di rating proprietario – sottolinea Ferrari – Un indicatore sintetico che assegna un giudizio da 1 a 5 stelle (i fondi migliori sono quelli con 4-5 stelle, ndr). Per l’assegnazione del rating la nostra metodologia prevede l’utilizzo di diverse variabili, sia quantitative, come i costi e il rendimento degli ultimi 3 anni, sia qualitative, come la garanzia del capitale e la dimensione del patrimonio. Ogni linea di ciascun fondo viene valutata rispetto ad altre linee della medesima categoria, la media ponderata dei posizionamenti delle varie linee esprime la posizione nella classifica generale”.
E LE ASSICURAZIONI
Infine, altri prodotti di previdenza integrativa a cui tutti i lavoratori possono aderire sono i contratti di assicurazione sulla vita: Pip di ramo I, polizze tradizionali collegate a gestioni separate e Pip di ramo III (polizze unit-linked collegate a fondi interni) istituiti da un’impresa di assicurazione. “Questi ultimi, però, risultano meno efficienti rispetto ai fondi pensione, in quanto sono spesso gravati da costi più alti”, puntualizza Ferrari.
Il ventaglio di prodotti previdenziali è molto ampio. Per questo è importante prestare attenzione alla componente dei costi e individuare poi all’interno di ogni prodotto la linea di investimento più adatta sulla base del proprio profilo di rischio. “Data la finalità previdenziale dell’investimento, tendiamo a sconsigliare le linee azionarie, caratterizzate da un alto profilo di rischio”, conclude l’analista di Consultique.