Come fare i conti con la longevità

Consultique
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Come fare i conti con la longevità

Come fare i conti con la longevità
Come fare i conti con la longevità
Tra il 2045 e il 2050 il 34% degli italiani avrà oltre 65 anni.
Su Plus24 del 13 maggio ecco come accumulare per una vecchiaia serena.


 
Vivere a lungo è senz’altro bello. Sempre che si goda di ottima salute e di un solido patrimonio. La longevità ha anche i suoi rischi con cui bisogna fare i conti.

Da dove partire
Come garantirsi un buon tenore di vita senza rischiare di sopravvivere ai propri risparmi? Un problema che è ben chiaro agli asset manager e ai gruppi assicurativi ma non ancora percepito del tutto dagli investitori. Eppure bisogna tirare la testa fuori dalla sabbia e pianficare per tempo, anche perchè prima si inizia a risparmiare meglio è. La pensione pubblica sarà sempre più avara e oltre a un piano pensionistico di secondo pilastro che gode anche di incentivi fiscali, è indispensabile dotarsi di un tesoretto la cui entità non è così facile da individuare. Nella simulazione realizzata da Consultique ed esposta in pagina è stato dunque evidenziato quanto è necessario accantonare per poter disporre di un certo capitale al momento del pensionamento (66 anni). L’indicazione del montante raggiungibile a rate da diversi soggetti di più età, consente di avere un’idea di quanto sia necessario mettere da parte, ogni mese, per realizzare un decumulo sereno in base al proprio fabbisogno. Si tratta di cifre ulteriori rispetto a quanto arriverà dalla pensione pubblica e dal fondo pensione.

Per esempio, un 40enne che volesse raggiungere 300mila euro di montante a 66 anni, dovrebbe accantonare circa 842 euro al mese. Questo nell’ipotesi di assenza inflazionistica e che il suo capitale renda l’1% annuo (scenario prudenziale). Chiaro che se invece aumentasse la componente azionaria, con un’analoga cifra si potrebbe magari ottenere un montante maggiore.

Il faro è stato poi puntato sul periodo di decumulo, individuando di quanto è necessario disporre per poter ottenere una cifra adeguata al proprio fabbisogno finanziario (ulteriore rispetto alla pensione pubblica e al secondo pilastro). Per esempio i 300mila euro raggiunti dal 40enne di prima (a 66 anni) sarebbero sufficienti a ottenere una rendita mensile di mille euro fino all’età di 95 anni . Se invece l’integrazione necessaria raddoppiasse a 2mila euro, i 300mila euro sarebbero esauriti una volta arrivato all’età di 80 anni.


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