L’Irlanda è stata fortemente colpita della crisi economica, in particolare con la caduta dei prezzi sul mercato immobiliare. Nel 2010 l’intervento di assistenza finanziaria da parte della Troika (Ue, Bce e Fmi) di 85 miliardi di euro (di cui 35 per il salvataggio delle banche), comportò pesanti manovre di bilancio e fiscali, con un aumento della tassazione peri cittadini e una riduzione della spesa pubblica e dei sostegni assistenziali, portando un peggioramento del tenore di vita della popolazione. Negli ultimi anni il Paese è comunque riuscito ad avere una forte ripresa e a livelli molto rapidi, diventando un modello per il superamento della crisi. Da inizio 2014 il tasso di crescita del Pil si presenta in aumento, con un massimo assoluto raggiunto nel 2015 - pari al 7,8% - superiore al resto d’Europa. Alcuni dati negativi si riscontrano sul mondo del lavoro - dove il tasso di disoccupazione resta elevato, ma in calo rispetto i picchi del 2012 - e sul rapporto debito/Pil. Allo scoppio della crisi, l’intervento statale a sostegno delle banche aveva comportato elevati costi, con un significativo aumento del debito pubblico e un conseguente incremento della probabilità di insolvenza del Paese, che portò i Cds a 1195 punti, ora scesi a 68.
L'indice azionario irlandese da inizio 2013 ha registrato una sovra performance rispetto all’indìce mondiale. La curva dei tassi di interesse, mostra un tratto iniziale negativo fino ai 5 anni e il bond governativo a 10 anni presenta un tasso di rendimento pari allo 0,76%, rispetto lo 0,02% del bund tedesco. E’ possibile esporsi sul mercato irlandese principalmente tramite Etf, mentre non sono disponibili prodotto di risparmio gestito; alcuni tra gli strumenti proposti nella tabella a lato non sono negoziabili su Borsa Italiana.