Nell’attuale contesto economico di incertezza, aggravato da un mercato debole delle materie prime, l’India potrebbe apparire come una buona opportunità d’investimento. La crescita del Paese è infatti molto più rapida della media mondiale, anche rispetto alla Cina. La stima di incremento del Pil indiano per il 2016 è del 7,8% e il settore di traino è rappresentato dal comparto dei servizi. Le riforme attuate dal Governo mirano a liberalizzare i mercati per attrarre nuovi capitali esteri. Nei giorni scorsi la Banca centrale indiana (Bri) ha tagliato ulteriormente il tasso ufficiale al 6,25% (minimo dal 2010) come conseguenza del rallentamento dell’economia globale.
La presenza di dati macroeconomici in ripresa, ha favorito un rallentamento dell’inflazione – passata da un tasso superiore al 10% nel 2013 all’attuale 5,1%, in linea con l’obiettivo fissato dalla Rbi al 4% con possibilità di deviazione sopra o sotto il 2%. Anche il rating del Paese (BBB-) è in miglioramento, con un’influenza positiva sia sul mercato bond sia sull’azionario. Quest’ultimo evidenzia da luglio 2014 una sistematica sovraperformance rispetto l’indice mondiale, crescente negli ultimi mesi; da inizio 2016 l’indice azionario indiano ha segnato una crescita del 10% circa. Sul lato obbligazionario la curva dei rendimenti oscilla attualmente tra il 6% e 7%, circa un punto percentuale in meno rispetto a un anno fa; il rendimento del titolo governativo a 10 anni è passato dal 7,56% al 6,71%. È possibile esporsi sul mercato indiano tramite Etf e fondi comuni, principalmente sul comparto azionario, mentre risulta più complesso l’investimento obbligazionario. Non tutti gli strumenti elencati in tabella sono comunque disponibili su Borsa Italiana.