Sto valutando la possibilità di procedere al riscatto agevolato. Ho letto che ciò è possibile a partire dal 1° gennaio 1996 e per i quattro anni legali del corso di studio; non capisco quindi, se nel mio caso posso riscattare tutti i quattro anni (considerando che il primo anno accademico è stato a cavallo tra il 1995 e il 1996) oppure solo tre, oppure ancora tre anni e alcuni mesi del 1996.
Preciso che ho 43 anni, mi sono iscritto all'università nel 1995 e mi sono laureato a nel 2000 (un anno fuori corso), corso quadriennale. Ho iniziato a lavorare a fine 2000.
Non so valutare compiutamente la convenienza dell’operazione, anche considerando che sono iscritto alla previdenza complementare (fondo pensione aperto) dal 2001.
Probabilmente dal punto di vista finanziario mi conviene versare di più sul fondo pensione aperto per sfruttare la massima deducibilità fiscale (5.164 euro annui), nonostante il vantaggio di poter rateizzare i versamenti per il riscatto della laurea in 120 mesi e dedurre l’importo dal reddito.
Al di là della maggiorazione pensionistica per il riscatto della laurea, mi piacerebbe, quando avrò più di sessant’anni, poter scegliere di anticipare la pensione sfruttando il riscatto degli anni di contribuzione, anche se mi sembra di capire, leggendo articoli sulla materia, che nel mio caso l’anticipo sarebbe di pochi mesi e quindi il riscatto probabilmente non conveniente.
Va premesso che il riscatto di laurea è un istituto che consente di valorizzare ai fini pensionistici solo gli anni di corso legale di laurea, quindi non si possono riscattare gli anni fuori corso.
«Per il triennio 2019-2021 il Decreto-Legge numero 4 del 28 gennaio 2019 ha introdotto la facoltà del riscatto di laurea agevolato per gli anni di corso dal 1° gennaio 1996, per coloro che sono privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995», spiega Giuseppe Romano, esperto di Consultique.
Pertanto, il lavoratore che scrive potrà riscattare con l’agevolazione il periodo dal gennaio 1996 al termine del quarto anno di corso, settembre 1999, ovvero 3 anni e 8 mesi.
Ipotizzando che sia un lavoratore dipendente, non riscattando gli anni di laurea, il lettore accederà al pensionamento a giugno 2042 a 66 anni, con il requisito dei 20 anni di contribuzione e 63 anni di età. Invece, riscattando i 3 anni e 8 mesi, accederà al pensionamento con il requisito contributivo degli attuali 42 anni e 10 mesi di contribuzione, requisito che maturerà a ottobre 2041.
Pertanto, il riscatto agevolato di laurea consente di anticipare la pensione di otto mesi.
Per ogni anno di laurea il contribuente deve pagare circa 5.240 euro, quindi, l’esborso complessivo ammonta a 19.213 euro. Considerando un coefficiente di trasformazione a 65 anni pari a 5,245%, l’incremento della pensione ammonterà a circa 1.007 euro lordi annui.
Segnaliamo che il lettore potrebbe riscattare anche i restanti 4 mesi di corso legale in modo tradizionale, in questo caso anticiperebbe la pensione ad aprile 2041, quindi di 14 mesi prima rispetto al non riscatto di laurea. Interessante potrebbe essere valutare anche questa possibilità al fine di quantificare sia l’onere del riscatto sia l’incremento in termini di misura della pensione, in quanto il riscatto dei 4 mesi ante 1996, essendo un periodo retributivo, comporta il passaggio dal sistema di calcolo contributivo al sistema misto. Ricordiamo che il costo del riscatto di questo periodo è calcolato con il sistema della riserva matematica.
«L’investimento all’interno della previdenza integrativa rappresenta una tipologia di investimento sicuramente interessante, che può essere alternativa ma anche complementare al riscatto di laurea – spiega Romano –. La scelta è da valutare sulla base del desiderio soggettivo di accedere prima al pensionamento, del tenore di vita che si desidera e del patrimonio finanziario e/o immobiliare di cui si dispone».