Nel 2013 ho acquistato sopra la pari delle obbligazioni Carige 2020 (cedola 7,321%). Leggo di varie opzioni, fra cui la possibile conversione, totale o parziale, dei bond in azioni (non a caso la recente delibera di aumento del prevede che 60 milioni siano al servizio di una eventuale conversione). Chiedo se alla luce della vigente normativa una decisione del genere possa essere presa senza prima intaccare i diritti degli azionisti.
Nella sua ultima relazione finanziaria semestrale Banca Carige informa che per soddisfare le richieste della Bce di ripristinare un livello di Cet 1 ratio al di sopra dell’11,25% in ambito Srep (Supervisory Review and Evaluation Process) come orientamento di capitale di secondo livello (Pillar 2 Guidance), per non mettere a rischio la continuità aziendale della Banca, il Cda del 3 luglio 2017 ha approvato una serie di misure «idonee a ripristinare un livello di Cet 1 ratio ben al di sopra delle suddette soglie», che saranno proposte all’assemblea dei soci convocata indicativamente per fine settembre 2017. Il piano di rafforzamento patrimoniale prevede diversi passaggi, dalla cessione di immobili di pregio di proprietà fino ad un aumento di capitale per un totale di 560 milioni di euro, di questi per un importo massimo di 60 milioni, si legge a pagina 41 della relazione, “da destinarsi eventualmente ad una o più categorie dei portatori dei titoli subordinati che abbiano aderito ad una possibile operazione di liability management” in termine tecnico Lme (liability management exercise).
«Banca Carige non è, a oggi, una banca posta in risoluzione (bail-in) e non è sottoposta a ricapitalizzazione precauzionale con l’intervento dello Stato italiano (burden sharing) come avvenuto per Mps — affermano a Consultique —. Banca Carige si rivolgerà quindi al mercato con un aumento di capitale riservandone una parte (60 milioni) a tutti i portatori di obbligazioni subordinate che potranno liberamente decidere se esercitare l’opzione di convertire il loro credito in nuove azioni emesse da Banca Carige diventandone quindi azionisti». Il titolo in possesso del lettore (codice Isin XS0570270370) è un’obbligazione subordinata Tier 2, quota indicativamente a 73 centesimi con un rendimento a scadenza attorno al 17%. «È chiaro — sottolinea l’analista di Consultique —, che il mercato richiede un premio elevato per il rischio perché nutre ancora dei dubbi sulla riuscita di tutto il piano di rafforzamento patrimoniale proposto dall’attuale Cda».