Il padre valuta il riscatto della laurea per la figlia
Mia figlia è nata nel 1980 e si è laureata in giurisprudenza nel 2003, corso quadriennale. Ha iniziato a lavorare nel 2006 in maniera continuativa fino ad oggi. Conviene approfittare nel suo caso del riscatto laurea light? Non esercitando la professione legale non rientra nella cassa forense, ma è iscritta all’Inps come dipendente e pertanto penso che ricada nella normativa del cosiddetto riscatto light.
P.S. Si ricorda che il riscatto agevolato di laurea, disciplinato dal Decreto-Legge numero 4 del 28 gennaio 2019, si rivolge solo agli «iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani e commercianti) e alla gestione speciale», sono escluse le Casse dei liberi professionisti.
«La figlia del lettore non esercitando la professione legale non versa i contributi alla Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense ma, essendo dipendente, è iscritta all’Inps, pertanto ha la facoltà di riscattare i quattro anni di laurea in modo agevolato», spiegano da Consultique.
Per un soggetto contributivo puro, che ha quindi iniziato la contribuzione dal 1° gennaio 1996, il requisito al pensionamento anticipato si consegue a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne, oppure a 63 anni di età con 20 anni di contribuzione, requisito anagrafico da adeguare all’aspettativa alla speranza di vita. Ipotizzando che la figlia del lettore sia nata a gennaio 1980 e che abbia iniziato l’attività lavorativa a gennaio 2006, senza riscatto di laurea, sulla base della normativa attualmente vigente, accederà al pensionamento a maggio 2046, all’età di 66 anni, con il requisito dei 63 anni di età e 20 anni di contribuzione, tenendo conto dell’adeguamento alla speranza di vita. «Se riscattasse i quattro anni di laurea, accederebbe al pensionamento all’età di 65 anni a dicembre 2045, con il requisito dei 41 anni e 10 mesi, incrementato dell’adeguamento alla speranza di vita», continuano da Consultique. Pertanto, il riscatto di laurea, sulla base della normativa attualmente vigente e degli adeguamenti alla speranza di vita previsti, consente di anticipare la pensione di soli cinque mesi.
La normativa è in costante aggiornamento, quindi potrebbero esserci importanti novità in termini previdenziali nei prossimi anni, come opzione donna (che pare essere stata riconfermata nella manovra licenziata nei giorni scorsi) e che consente alle lavoratrici dipendenti di accedere al pensionamento con 58 anni di età e 35 anni di contribuzione accettando però il ricalcolo contributivo, oppure la quota 100, introdotta in via sperimentale per il triennio 2019-2021, che permette il pensionamento anticipato all’età di 62 anni con 38 anni di contribuzione, senza alcuna penalizzazione economica.
«Considerando che mancano ancora diversi anni al pensionamento e che il beneficio al momento in termini di decorrenza della pensione sembra essere irrisorio, anche in questo caso come in altri analizzati, si consiglia di rimandare la scelta del riscatto o meno degli anni di laurea all’avvicinarsi dell’età pensionabile, quando sarà anche maggiormente delineata l’effettiva posizione contributiva» concludono da Consultique.