Il peso dei crediti deteriorati sul bond Banco Popolare

Consultique
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Il peso dei crediti deteriorati sul bond Banco Popolare

Il peso dei crediti deteriorati sul bond Banco Popolare
Negli ultimi mesi
il profilo di rischio
dell’emittente è calato
anche in vista
della fusione con Bpm

 
Il bond proposto al lettore è un titolo senior a tasso misto del Banco Popolare, con cedole trimestrali: nel primo biennio paga il 2,5% su base annua, dopo il tasso Euribor a 3 mesi maggiorato dello 0,4% con un tetto massimo (cap) del 4% e un minimo (floor) pari a zero. «Nelle attuali condizioni di mercato – spiega Giuseppe Romano di Consultique – il valore della componente opzionale rappresentata dal cap è nullo perché la probabilità che i tassi arrivino al 4% è vicina allo zero mentre il floor, dati i tassi monetari negativi, contribuisce ad alzare il prezzo del bond». Negli ultimi mesi il Banco sta vivendo un periodo moderatamente favorevole. «A giugno - continua Romano - il Banco ha completato l’aumento di capitale da un miliardo, rafforzando il patrimonio in ragione dell’elevata incidenza dei crediti non-performing e in vista della fusione con la Popolare di Milano prevista entro fine anno. In parallelo, per arrivare pronta alla fusione, la banca veronese ha avviato pulizie di bilancio e innalzato i livelli di copertura sui crediti deteriorati, che ha determinato un aumento del costo del credito con effetto sulla semestrale 2016: -380 milio ni il risultato economico netto al 30 giugno scorso contro i 293 milioni di utile a fine 2015. Il Banco ha messo in cantiere un piano di dismissione dei crediti deteriorati per 7-800 milioni di euro e la prima fase è stata completata a giugno con la vendita di 227 milioni di Npl». Nelle ultime sedute l’azione Banco Popolare ha avuto un andamento contrastato, dove hanno pesato le tensioni sul comparto bancario italiano ma anche l’aspettativa dell’imminente approvazione formale alle nozze con la Bpm da parte della Bce (salvo sorprese dell’ultimo minuto da parte di Francoforte). In ogni caso la strada verso la fusione è ancora lunga: le assemblee dei soci delle due banche interessate devono ancora esprimersi e qualche tensione sul nuovo polo bancario che verrebbe a crearsi potrebbe venire anche dalla presenza nei rispettivi gruppi di origine di due operatori del risparmio gestito: Aletti Gestielle e Anima. Le ipotesi di fusione tra le due realtà sono state rimandate, infatti, al 2019. Sarebbe invece già chiaro che a Banca Aletti (Banco Popolare) sarebbe assegnata l’area private mentre a Banca Akros (Bpm) l’area Corporate. Queste dinamiche trovano riscontro nel profilo di rischio-rendimento del bond IT0005158677: il grado di rischio che emerge dalle analisi di Consultique è medio-basso: nel 12,3% dei casi il risultato dell’investimento sarà negativo con un valore di circa 43,4 euro (ossia con una perdita attesa di 56,6 euro su 100 iniziali), ma c’è anche una probabilità molto elevata (l’87,7%) di conseguire un risultato soddisfacente, pari a 104,35 euro su 100 investiti. «Questi scenari – spiega Romano – sono in linea col fair value del titolo (97,66 euro) e riflettono l’attenuazione del profilo di rischio dell’emittente avvenuta negli ultimi mesi, l’assenza di clausole di subordinazione e la circostanza che sino al gennaio 2018 l’obbligazione pagherà cedole abbastanza interessanti rispetto ai tassi correnti di mercato».
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