Ci sono possibilità per ogni portafoglio. Ecco una mini guida per far fruttare il proprio “tesoretto”.
Supera i 4 miliardi, due volte e mezzo il nostro Pil, il gruzzolo posseduto da famiglie e single italiani. Ma è ben gestito? Non sempre: una grossa fetta si trova su depositi bancari e postali, che hanno interessi molto bassi se non addirittura negativi. Ecco, allora, quali sono al momento le migliori forme di investimento.
Le basi da cui partire
Per capire come conviene investire i propri soldi, è bene procedere in questo modo.
Iniziare a raccogliere informazioni sui prodotti di investimento disponibili e sulle loro caratteristiche. “Oggi, un consumatore ha accesso a strumenti e fonti tali per cui è assurdo che scelga ancora alla cieca” dice Giuseppe Romano, consulente finanziario.
Definire gli obiettivi, per esempio istruzione dei figli o acquisto di una casa. Una volta chiarito a che cosa sono destinati i propri risparmi, si possono programmare investimenti diversi.
Chiedersi se si è disposti a rischiare per tentare un guadagno maggiore, oppure se si preferisce essere cauti accettando un rendimento più contenuto.
Valutare il proprio livello di patrimonio e stabilire la cifra che si vuole investire.
Pianificare una strategia mirata per la propria situazione, se necessario con l’aiuto di un consulente, meglio se indipendente così che non abbia interessi personali.
Tre errori da evitare:
Scegliere prodotti complessi: più gli strumenti proposti sono articolari e più possono essere rischiosi. Meglio puntare su soluzioni semplici e lineari
Acquistare qualcosa che comprende poco: in alcuni casi si riesce a guadagnare comunque, ma più frequentemente si perdono soldi.
Fidarsi ciecamente dei prodotti proposti da banche, assicurazioni o altre realtà che hanno interessi diretti nella vendita degli stessi.
ETF: per tutte le tasche
Tra gli investimenti più consigliati al momento ci sono gli ETF (Exchange trade fund). Si tratta di prodotti di ultima generazione, quotati in borsa come un’azione e acquistabili da qualsiasi intermediario.
“Di fatto, sono fondi passivi low cost che replicano l’indice di investimento a cui riferiscono. Per esempio, un ETF sul prezzo dell’oro replicherà le variazioni del prezzo di questo mercato” spiega Giuseppe Romano.
Come tutti i fondi, anche gli ETF raccolgono capitali di risparmiatori e li reinvestono, con l’obiettivo di creare valore.
FONDI PENSIONE: poche centinaia di euro
Si tratta della cosiddetta “pensione integrativa”, che va ad affiancare quella erogata dagli istituti di previdenza. In pratica, i fondi pensione sono delle “casse” che raccolgono e investono nei mercati finanziari gli importi di denaro che il lavoratore decide autonomamente di versare durante gli anni di servizio. Non serve avere a disposizione grandi cifre: infatti, il versamento è annuale o mensile.
I fondi migliori per i dipendenti sono quelli di categoria, legati al contratto collettivo di lavoro del settore specifico. “Il lavoratore che vi aderisce ha diritto ad avere anche il contributo del datore di lavoro: per esempio, se decide di versare 300 euro all’anno, anche il suo datore è obbligato a versare una quota” dice l’esperto
I fondi pensione, oltre a garantire un rendimento sicuro, hanno bassi costi di gestione, offrono agevolazioni fiscali e non hanno commissioni.
I liberi professionisti possono investire nei fondi pensione aperti, ossia quelli predisposti da istituti bancari, società di gestione risparmio e compagnie di assicurazione, scegliendo al omento dell’adesione l’importo e la periodicità del versamento.
I vantaggi
Come nel caso dei fondi, comprando un EFT si acquista un paniere di titoli. Questo è un bene: quando si investe, infatti, è sempre meglio diversificare il più possibile, per ridurre il rischio e aumentare i profitti.
Come le azioni, assicurano la flessibilità, la trasparenza e le garanzie, ma anche i rischi, di un mercato regolamentato (quello azionario). Quote di Etf possono essere acquistate e vendute in ogni momento.
A questi benefici, si aggiunge il prezzo equo: i costi di gestione sono ridotti fino al 70-80% rispetto ai fondi normali
CONTI DEPOSITO: almeno 10mila euro
Un modo per guadagnare cifre basse, ma in modo molto sicuro, consiste nell’aprire un conto deposito in una banca che offra condizioni vantaggiose.
Fino a 10 anni fa era possibile trovare conti che offrivano interessi anche del 5 o 6% all’anno, oggi è difficile andare oltre l’1-2%. Ecco perché si tratta di prodotti consigliati a chi possiede almeno 10-20 mila euro: sotto questa soglia le rendite sarebbero davvero minime.
Sono prodotti particolarmente adatti agli investitori più pigri e meno attenti
Tenete d’occhio le promozioni: per esempio, ci sono banche che offrono interessi migliori per chi vincola i fondi più a lungo o per chi presenta un amico. Si può anche passare gratuitamente da un istituto all’altro, sfruttando i tassi offerti nei primi mesi, più elevati.
IMMOBILI: sopra i 60mila euro
Questo è un buon momento per investire negli immobili. Le compravendite sono in ripresa, il reddito e il Pil iniziano ad aumentare, i tassi dei mutui sono buoni, i tempi medi di attesa per le operazioni immobiliari si stanno riducendo: sono tutti indicatori importanti, che attualmente sono ben posizionati per salire” spiega l’esperto. Inoltre ci sono anche diversi incentivi.
Ovviamente, per poter comprare una casa e metterla poi a reddito bisogna disporre di un certo budget, almeno sopra i 60 - 70 mila euro, anche se molto dipende dalle zone e dal tipo di abitazione.
In ogni caso, prima bisogna stimare gli utili che si riusciranno a ottenere in futuro e il tempo necessario per recuperare i soldi spesi e iniziare a guadagnare (considerando anche tasse e spese)
Meglio comprare nelle grandi città, dove i prezzi crescono di più e i rischi sono minori. Non dimenticare poi, che l’investimento immobiliare è illiquido, cioè difficilmente sbloccabile: vendere richiede tempo e onerosi costi di intermediazione.
OBBLIGAZIONI: oltre i 100 mila euro
Le obbligazioni sono titoli che testimoniano un prestito fatto a un’azienda e che danno diritto al rimborso del prestito stesso più gli interessi.
Il rischio di questa forma di investimento è connesso all’affidabilità dell’emittente. Scegliendo società importanti e solide, è generalmente basso. Tuttavia, solitamente sono gli investimenti più rischiosi a rendere di più.
Sono prodotti consigliati a chi dispone di un certo budget, perché partendo con un investimento alto anche un tasso di interesse basso può rendere bene.
LE ALTRE POSSIBILITA
Titoli di stato: bot, btp, cct eccetera, sono i titoli emessi da una nazione per finanziare il debito pubblico. In pratica, chi li compra presta dei soldi allo Stato ce poi, alla scadenza del titolo, li restituisce con gli interessi. Rendono poco, ma offrono un rischio basso.
Fondi comuni a gestione attiva: se gli etf replicano le performance dell’indice di riferimento, i fondi attivi provano a superarla (per esempio, la società di gestione può aumentare il peso di un settore rispetto a quello che assume l’indice). Hanno commissioni e costi di gestione alti e dipendono dalla competenza del gestore, per questo oggi non sono particolarmente consigliati.
Fondi Comuni Indicizzati: come gli etf replicano fedelmente un indice, ma non sono quotati in borsa. Prevendono costi di gestione simili a quelli degli Etf, ma non possono essere negoziati in modo altrettanto semplice e veloce.
Azioni: acquistare un titolo azionario significa diventare proprietari di una parte dell’azienda che ha emesso quel titolo. Se l’azienda andrà bene, allora il valore di quel titolo salirà, altrimenti scenderà. Per questo, investire in azioni richiede una certa competenza.
L’esperto:
“Parcheggiare i soldi sul tuo conto corrente ha un costo altissimo”
Ha senso lasciare i soldi sul conto? No, è un errore che, se protratto nel tempo, può costare tantissimo. La ragione è l’inflazione, ossia l’aumento dei prezzi che fa diminuire il potere d’acquisto dei risparmi: è come un “tassa” che ogni anno fa perdere valore a quanto parcheggiato sul conto corrente. A determinare davvero il suo livello è il prezzo di case, automobili, università, apparecchi tecnologici: insomma di tutte quelle grandi spese che non facciamo quotidianamente, ma a cui destiniamo appunto i risparmi. Negli ultimi anni l’inflazione è stata molto bassa, ma quando la crisi sarà finita tornerà a salire.
È raccomandabile investire in borsa? Non solo è raccomandabile, ma è anche necessario se non si vogliono perdere soldi: infatti, non investire in sé costa. Quindi, la vera scelta è fra condannare il proprio capitale e perdere di valore, oppure investire per proteggere e accrescere la propria ricchezza nel tempo. Nell’immaginario collettivo investire in Borsa è associato alla compravendita di azioni. In realtà, per la maggior parte delle persone vuol dire trovare la giusta combinazione di strumenti e titoli per generare un rendimento nel tempo che abbia livelli di rischio commisurati ai propri obiettivi e alle proprie abitudini.
Che cosa consiglia a chi vuole investire nel lungo periodo? Direi di fissarsi un obiettivo e rimanere nell’investimento per tutto il tempo stabilito. Più si allunga l’orizzonte temporale e più è probabile ottenere profitto, diminuendo il rischio. Certo, esiste la tentazione di uscire durante una fase negativa, ma è sbagliato. Infatti, le giornate di rialzo migliore avvengono di solito in seguito ai periodi negativi. Investire nel lungo termine aiuta anche a vivere con serenità, senza dover verificare di continuo l’andamento del proprio portafoglio. L’ideale è rivolgersi a un consulente che aiuti a trovare la soluzione più adatta.
Con la consulenza di Giuseppe Romano, consulente finanziario, consigliere Nafop, associazione italiana dei professionisti e delle società di consulenza finanziaria indipendente fee only.