L’economia del Sud Africa, a seguito dell’apartheid, aveva subito una forte trasformazione, passando da un core business legato al settore primario (ora al 2% del Pil) a quello del settore terziario (ora al 30% del Pil) e manifatturiero (ora al 78% del Pil). Negli ultimi anni l’economia del Paese, già indebolita dalle vicende politiche, ha risentito del crollo registrato dall’industria dell’acciaio. Dopo le ultime due contrazioni del Pil, in particolare dello 0,7% nell’ultima trimestrale 2017, il paese è ufficilamente in recessione; tuttavia la Banca Centrale del South Africa prevede ancora una crescita dell’1,2% per il 2017.
Nel 2017 il rand sudafricano ha subito un forte crollo a causa delle tensioni politiche, che ha portato a un aumento dei costi delle materie prime e, insieme alla siccità, ha provocato un elevato aumento dell’inflazione, lontana dai livelli target, richiedendo un possibile intervento restrittivo da parte della Banca Centrale. Al momento il tasso ufficiale è al 7%. Sul Paese pesano in negativo l’elevata disoccupazione, superiore al 25%, e un continuo aumento del deficit fiscale. Le agenzie di rating S&Ps e Fitch hanno annunciato un downgrade del Paese, portandolo ad un livello sotto la soglia degli Investment Grade (BBB-) mentre per Moody’s si trova all’ultimo livello degli investiment Grade. La situazione generale crea pertanto incertezza presso gli investitori internazionali. Dopo un chiaro trend crescente l’indice azionario Top40 dal 2014 è in fase laterale.
È possibile esporsi sul mercato sud africano tramite Etf e fondi, principalmente sul comparto azionario. È inoltre possibile acquistare singoli bond governativi in valuta locale.