Le scrivo perché vorrei un parere tecnico sulla validità o meno di una polizza Vita che ho stipulato con uno dei principali istituti di credito e per sapere se è utile o meno che la mantenga fino ad almeno cinque anni. Ho ricevuto in eredità una somma di denaro, ho deciso di stipulare una polizza vita, chiedendola in modo specifico in banca, specificando che io ero avversa al rischio (in pratica volevo una polizza classica e non una con le caratteristiche di polizza finanziaria). Comunque senza specificare che quella propostami era una polizza unit linked a versamento unico, senza garanzia del capitale, me la fanno stipulare. La mia colpa è stata quella di vivere in quel momento un periodo molto stressante e pieno di lavoro e fidandomi della banca non lessi i fogli informativi in tempo utile per poter recedere dalla stessa senza oneri. E così ora ho questa polizza vita Unit Linked, che però non mi fa stare tranquilla. A dire della banca la polizza sta andando bene ma io sono anche molto seccata dall’atteggiamento della banca: io avevo specificato che ero avversa al rischio, e avevo richiesto una polizza perché la ritenevo più sicura. Si chiama Intesa San Paolo Life Prospettiva 2.0, data decorrenza contratto 21 settembre 2016. Il fondo interno è Protezione dinamica con versamento iniziale 26mila euro.
La discesa dei tassi di interesse ha reso negli ultimi tempi meno facile per le banche proporre le tradizionali polizze di ramo I, diventate inefficienti avendo un elevato assorbimento di capitale e una bassa redditività. Tanto che in questi giorni si sta varando una riforma del regolamento delle gestioni separate a cui esse sono legate. A sostituire questi tipi di contratti tradizionali (che tra l’altro non pagano il bollo) ci sono state le polizze unit linked - strumenti assicurativi collegati a fondi comuni di investimento, con capitale non garantito –, rientrano tra gli strumenti bancari con i maggiori costi diretti e soprattutto indiretti, spesso non evidenziati in modo trasparente al risparmiatore al momento della sottoscrizione. «La polizza di Intesa San Paolo “Prospettiva2.0”, non prevede caricamenti sui premi versati, ma in caso di riscatto - possibile solo dopo un anno dalla sottoscrizione - vengono applicate delle penali decrescenti», spiegano da Consultique, dove hanno analizzato la sua polizza Vita. Sono presenti poi dei costi indiretti, ovvero una commissione di gestione annua per ogni fondo scelto, che varia tra lo 0,75% e il 2,10% e trattandosi di “fondi di fondi” il costo degli Oicr in cui essi investono. Il lettore, in particolare, ha scelto l’area «Gestione Protetta» che investe nel fondo interno «Protezione Dinamica», un “fondo di fondi” con una commissione di gestione dell’1,9%. Considerando anche il costo degli Oicr interni, ha presentato nel 2016 un costo complessivo (Ter) del 2,12% annuo, sottratto annualmente dalla performance dello strumento.
La gestione del fondo “Protezione Dinamica” si basa sulla protezione del capitale attraverso un processo di consolidamento dei risultati, ovvero più le quotazioni si avvicinano ad un valore soglia predefinito, più il gestore del fondo tende a investire nei comparti a basso rischio, viceversa va a preferire investimenti più ciclici.
Al momento il fondo investe per il 32% circa sul comparto azionario globale e l’11% sul comparto obbligazionario, mentre sul comparto monetario a minor rischio è presente solo il 13%. La componente residua e principale è quella flessibile, pari a circa il 44%, ovvero una gestione attiva sulla base delle visioni di mercato del gestore; non è pertanto possibile il confronto con un benchmark. Il rendimento del fondo dalla sottoscrizione del contratto ad oggi è stato pari all’1,8%. Il contraente può riscattare la posizione dal 21 Settembre 2017 e, fino al settembre dell’anno successivo, verrà applicata una penale pari al 2% del controvalore maturato al momento della richiesta. «La decisone di riscattare la polizza potrebbe risultare quindi eccessivamente costosa al momento, tuttavia è necessario considerare come, per ogni anno in cui il portafoglio verrà mantenuto sul contratto, il capitale subirà indirettamente anche il costo di gestione del fondo, sottratto dal rendimento effettivo del mercato», spiegano da Consultique. La commissione dell’1,9% viene infatti applicata annualmente anche nel caso in cui il fondo decida di investire principalmente nelle aree a basso rischio nei prossimi anni, coerentemente con il suo profilo prudente e di protezione del capitale. Il risparmiatore viene penalizzato fortemente rispetto ad un investimento diretto sul mercato con prodotti a gestione passiva, come gli Etf obbligazionari o monetari, che applicano un costo annuo tra lo 0,1% e 0,4% annuo.
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