Dott. Lomartire, la domanda di consulenza indipendente sta crescendo, così come l’interesse per gli ETF da parte della clientela retail oltre che degli istituzionali. Secondo lei come può impattare lo sviluppo della consulenza indipendente sul vostro business?
La consulenza rappresenta il naturale sbocco del nostro business: pensando alla nostra esperienza di pionieri del mercato degli etf negli Stati Uniti non possiamo non ricordare il ruolo giocato dai consulenti indipendenti nella nostra strategia di sviluppo americana e globale. SPDR negli USA basa il modello retail su tre pilastri: il supporto dedicato, l’education e la presenza sulle principali piattaforme distributive. SPDR in USA offre una copertura capillare, regionale, sui consulenti indipendenti attraverso team dedicati; inoltre ha sviluppato un percorso di training a vari moduli che abbraccia diverse tematiche dall’asset allocation al trading e infine ha ampliato le possibilità di accesso alla propria gamma di prodotti siglando partnership con i principali broker indipendenti come Charles Schwab. In Europa guardiamo con attenzione ai potenziali sviluppi della consulenza fee only prestata da consulenti indipendenti, siano esse persone fisiche o società di consulenza. Se sui primi due fronti quello del supporto dedicato e l’education possiamo dire di essere nelle condizioni di offrire con le dovute proporzioni un servizio simile avendo dedicato delle figure professionali al supporto dei consulenti, o attraverso la partecipazione ad iniziative di formazione sull’utilizzo degli etf, sul lato di accesso ai canali distributivi non vediamo ancora, salvo in rari casi, la dovuta attenzione a strumenti in grado di catturare ormai stabilmente oltre il 10% dei flussi azionari e obbligazionari. Sarebbe auspicabile un maggior coinvolgimento da parte degli intermediari bancari che permetta ai fruitori della consulenza di accedere alle raccomandazioni in maniera più efficiente attraverso un accesso al trading o ai contenuti più focalizzato su questa tipologia di prodotti.
Anche quest’anno sarete tra i relatori al Congresso Fee Only giunto alla sua quarta edizione. Cosa si aspetta da questo evento?
Questo sarà il nostro terzo congresso, esattamente a tre anni dal lancio della nostra piattaforma europea SPDR: abbiamo deciso fin da subito di condividere questa percorso di riflessione e formazione con gli attori della consulenza indipendente considerato il ruolo che essa ha da sempre rivestito per SPDR e di fatto per l’industria degli etf stessa che abbiamo inventato oltre 20 anni fa. La nostra attenzione quest'anno sarà rivolta a comprendere i progressi svolti da questo segmento alla luce degli sviluppi regolamentari, europei e nazionali, e dell'affermazione del modello fee only presso gli investitori. Sarà fondamentale capire in che misura la nostra comunicazione è stata ben indirizzata ai consulenti e se ci siano possibilità di integrare ulteriormente il nostro modello con l’attività dei consulenti, attraverso contenuti specifici mirati a rafforzare la fiducia nei nostri prodotti
Quali sono secondo lei i vantaggi per un investitore di farsi assistere da un consulente indipendente fee only?
Gli indubbi vantaggi della consulenza per il cliente risiedono in un servizio personalizzato sulle esigenze del cliente, esteso non solo agli investimenti correnti del cliente ma anche alla situazione patrimoniale complessiva. L’asset allocation per raggiungere i suoi obiettivi deve essere calibrata sulle esigenze reddituali e patrimoniali del cliente. Credo che il compito del consulente sia aiutare il cliente nella scelta di pianificazione a lungo termine dei propri investimenti coerentemente con le esigenze di spesa, con il piano di investimento in beni immobili e con le prospettive previdenziali. Da non trascurare anche il ruolo della consulenza fiscale in materia di investimenti, la conoscenza della storia pregressa del cliente puoi aiutare nelle scelte di ottimizzazione fiscale. Inoltre il consulente avendo pieno controllo della situazione del cliente può essere maggiormente responsabilizzato sul raggiungimento dell’obiettivo principale del cliente cioè quello di costruire un piano coerente con la situazione patrimoniale corrente e futura, sulla capacità di reddito e sulla prospettive previdenziali.
A distanza di pochi anni dalla quotazione in Italia del vostro primo ETF, ci può fare un bilancio della vostra attività?
Il nostro bilancio non può essere che positivo, gli ultimi tre anni hanno confermato l’opportunità di entrare in un mercato come quello italiano attraverso un team di specialisti dedicato, attraverso la quotazione su Borsa Italiana di 39 etf e il continuo ampliamento della gamma disponibile sulla base dei temi di investimento più significativi e delle esigenze dei nostri investitori. Non dimentichiamo che SPDR è un emittente globale in grado di mettere a disposizione degli investitori italiani competenze maturate in oltre 20 anni di attività sul mercato dei replicanti. Ne è testimonianza il successo sul mercato italiano di strategie come dividend aristocrats, appartentemente nuove sul mercato europeo ma abbondantemente testate sul mercato americano, o di prodotti a reddito fisso fortemente innovativi come il primo etf al mondo sul debito emergente in valuta locale, frutto della capacità di SPDR di rendere disponibili sotto forma di etf strategie in passato prerogativa di pochi gestori attivi.