Meglio un rinvio per il riscatto laurea light.
Vorrei porvi un quesito riguardo alla convenienza o meno del riscatto agevolato di laurea introdotto dal decreto legge numero 4 del 28 gennaio 2019 (vedi precedenti risposte su Plus di sabato 1 giugno 2019, sabato 25 maggio 2019 e soprattutto risposta del 18 maggio 2019 dal titolo “Riscatto laurea light? Al 42enne non conviene”), dove è spiegato che l’eventuale anticipo pensionistico dovuto al riscatto degli anni di laurea varia di caso in caso, in quanto dipende dalla storia contributiva di ciascun
soggetto.
Per questa ragione espongo il mio caso per valutare eventuale convenienza. Ho quarant’anni e a tutt’oggi lavoro come impiegato amministrativo di primo livello dal maggio 2006 (quindi 13 anni di contribuzione Inps).
Sono, inoltre, iscritto alla cassa dei dottori commercialisti dal 2009 (verso quindi contributi soggettivi con aliquota del 12%).
Volevo sapere se ho convenienza a riscattare i quattro anni di anni di laurea precedenti all’anno 2006. Ipotizzo che il riscatto dei quattro anni di laurea, consentirebbe di anticipare la decorrenza della pensione di lavoratore dipendente. Data però la presenza di doppia contribuzione, reputo opportuno un vostro nuovo parere.
RISPONDE CONSULTIQUE
«Il riscatto agevolato di laurea si rivolge solo agli “iscritti al fondo pensioni lavoratori dipendenti, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani e commercianti) e alla gestione speciale”, sono escluse le Casse dei liberi professionisti. Il lettore pertanto può riscattare gli anni di laurea nella gestione Inps», premette Consultique che abbiamo contattato per rispondere al suo quesito. Sulla base della normativa attualmente in vigore, il lettore percepirà la pensione da dottore commercialista a febbraio 2041 in quanto l’accesso al pensionamento di vecchiaia nella Cassa dei Dottori Commercialisti (Cnpadc) si consegue all’età di 62 anni di età con almeno cinque anni di contribuzione. Per quanto riguarda la posizione Inps, senza riscatto di laurea, la pensione da dipendente la percepirà invece a maggio 2045, all’età di 66 anni, con il requisito dei 63 anni di età e 20 anni di contribuzione (ricordiamo che al requisito anagrafico va aggiunta l’aspettativa alla speranza di vita). Ipotizzando di riscattare i quattro anni di laurea, lei purtroppo non riuscirebbe ad anticipare la pensione in quanto avrebbe accesso sempre con il requisito sopra esposto e non con il requisito contributivo degli attuali 42 anni e 10 mesi (requisito da adeguare all’aspettativa alla speranza di vita). Questo mancato anticipo della decorrenza della pensione è dovuto al fatto che lei ha iniziato l’attività lavorativa a 27 anni, se avesse iniziato a lavorare per esempio all’età di 24 anni, l’anticipo pensionistico sarebbe pari a circa 1 anno.
Per chi ha contributi in più gestioni, come nel suo caso, il D.lgs 232/2016, che ha modificato il D.lgs 228/12, cosiddetto Cumulo, consente di cumulare i contributi versati nelle diverse gestioni ai fini del raggiungimento dei requisiti per la pensione anticipata e di vecchiaia. Dato che, nel caso in esame, la decorrenza della pensione Inps viene conseguita dopo la decorrenza della pensione della Cnpadc, non c’è alcun modo per anticipare la pensione, in quanto, se si applicasse il cumulo, per accedere al pensionamento si dovrebbe comunque attendere la decorrenza Inps.
«Considerando che al momento, sulla base della normativa attualmente in vigore, con il riscatto di laurea non c’è alcun beneficio in termini di decorrenza, è preferibile effettuare tale scelta in futuro, alla luce delle novità previdenziali che verranno introdotte. In alternativa, l’onere del riscatto, che come sappiamo ammonta a 5.240 euro per ogni anno da riscattare, potrebbe essere investito all’interno della previdenza integrativa», concludono da Consultique.
Vorrei porvi un quesito riguardo alla convenienza o meno del riscatto agevolato di laurea introdotto dal decreto legge numero 4 del 28 gennaio 2019 (vedi precedenti risposte su Plus di sabato 1 giugno 2019, sabato 25 maggio 2019 e soprattutto risposta del 18 maggio 2019 dal titolo “Riscatto laurea light? Al 42enne non conviene”), dove è spiegato che l’eventuale anticipo pensionistico dovuto al riscatto degli anni di laurea varia di caso in caso, in quanto dipende dalla storia contributiva di ciascun
soggetto.
Per questa ragione espongo il mio caso per valutare eventuale convenienza. Ho quarant’anni e a tutt’oggi lavoro come impiegato amministrativo di primo livello dal maggio 2006 (quindi 13 anni di contribuzione Inps).
Sono, inoltre, iscritto alla cassa dei dottori commercialisti dal 2009 (verso quindi contributi soggettivi con aliquota del 12%).
Volevo sapere se ho convenienza a riscattare i quattro anni di anni di laurea precedenti all’anno 2006. Ipotizzo che il riscatto dei quattro anni di laurea, consentirebbe di anticipare la decorrenza della pensione di lavoratore dipendente. Data però la presenza di doppia contribuzione, reputo opportuno un vostro nuovo parere.
RISPONDE CONSULTIQUE
«Il riscatto agevolato di laurea si rivolge solo agli “iscritti al fondo pensioni lavoratori dipendenti, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani e commercianti) e alla gestione speciale”, sono escluse le Casse dei liberi professionisti. Il lettore pertanto può riscattare gli anni di laurea nella gestione Inps», premette Consultique che abbiamo contattato per rispondere al suo quesito. Sulla base della normativa attualmente in vigore, il lettore percepirà la pensione da dottore commercialista a febbraio 2041 in quanto l’accesso al pensionamento di vecchiaia nella Cassa dei Dottori Commercialisti (Cnpadc) si consegue all’età di 62 anni di età con almeno cinque anni di contribuzione. Per quanto riguarda la posizione Inps, senza riscatto di laurea, la pensione da dipendente la percepirà invece a maggio 2045, all’età di 66 anni, con il requisito dei 63 anni di età e 20 anni di contribuzione (ricordiamo che al requisito anagrafico va aggiunta l’aspettativa alla speranza di vita). Ipotizzando di riscattare i quattro anni di laurea, lei purtroppo non riuscirebbe ad anticipare la pensione in quanto avrebbe accesso sempre con il requisito sopra esposto e non con il requisito contributivo degli attuali 42 anni e 10 mesi (requisito da adeguare all’aspettativa alla speranza di vita). Questo mancato anticipo della decorrenza della pensione è dovuto al fatto che lei ha iniziato l’attività lavorativa a 27 anni, se avesse iniziato a lavorare per esempio all’età di 24 anni, l’anticipo pensionistico sarebbe pari a circa 1 anno.
Per chi ha contributi in più gestioni, come nel suo caso, il D.lgs 232/2016, che ha modificato il D.lgs 228/12, cosiddetto Cumulo, consente di cumulare i contributi versati nelle diverse gestioni ai fini del raggiungimento dei requisiti per la pensione anticipata e di vecchiaia. Dato che, nel caso in esame, la decorrenza della pensione Inps viene conseguita dopo la decorrenza della pensione della Cnpadc, non c’è alcun modo per anticipare la pensione, in quanto, se si applicasse il cumulo, per accedere al pensionamento si dovrebbe comunque attendere la decorrenza Inps.
«Considerando che al momento, sulla base della normativa attualmente in vigore, con il riscatto di laurea non c’è alcun beneficio in termini di decorrenza, è preferibile effettuare tale scelta in futuro, alla luce delle novità previdenziali che verranno introdotte. In alternativa, l’onere del riscatto, che come sappiamo ammonta a 5.240 euro per ogni anno da riscattare, potrebbe essere investito all’interno della previdenza integrativa», concludono da Consultique.