Materie prime agricole: il conflitto russo/ucraino ha spinto al rialzo non solo i prezzi di gas e petrolio, ma anche di grano, mais e soia: su ETFplus sono molte le Etc che ne seguono i prezzi future
Un tema molto discusso nelle ultime settimane sono stati gli aumenti dei prezzi delle materie prime.
In particolare, dalla seconda metà dell’anno scorso i prezzi dei futures delle materie prime agricole sono iniziati ad aumentare rapidamente. Questo è stato provocato inizialmente dalla siccità in America del Nord, che ha creato problemi alla produzione di grano in primavera, e delle forti piogge in Cina, che hanno ritardato la semina di grano.
Un’ulteriore spinta, poi, è stata data dal conflitto tra Russia e Ucraina. Infatti, l’inizio del conflitto ha provocato diverse problematiche all’interno dei mercati. In particolare, il settore alimentare ha risentito in primis dello stop all’esportazione di alcune materie prime agricole da parte dell’Ucraina e della Russia. L’Ucraina e la Russia sono, a livello globale, tra i principali esportatori di materie prime agricole. Ad esempio, l’Ucraina rappresenta il 10% dell’esportazioni globali del grano, il 14% di quelle del mais e il 51% dell’olio di girasole, come Stato è fondamentale per l’UE per questo viene spesso ribattezzata il “granaio d’Europa”. Oltre a questo, la Russia è anche uno dei maggiori esportatori di fertilizzanti, la sospensione temporanea dell’esportazione ha spinto il prezzo al rialzo anche di questi prodotti. Questo andrà sicuramente ad influenzare ulteriormente il costo finale delle materie prime, mentre nei paesi più in difficoltà economicamente si andranno ad utilizzare sempre di meno i fertilizzanti provocando una raccolta inferiore.
Con lo scoppio del conflitto sono poi state decise da parte dell’UE e degli USA nei confronti della Russia, in seguito all’attacco dell’Ucraina, delle sanzioni, soprattutto sul lato delle commodities energetiche, come petrolio e gas. Questo ha provocato l’aumento dei prezzi di queste materie, già su livelli elevati, e molta turbolenza sui mercati. Vi sono state conseguenze anche sul settore alimentare, in quanto quest’ultimo necessita di energia, ovvero calore ed energia elettrica, per la produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti, oltre al funzionamento dei macchinari e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro. Inoltre, l’aumento del petrolio e del gas ha provocato problemi anche sul lato trasporti, che pertanto hanno visto un aumento dei prezzi del servizio.
La guerra ha causato, inoltre, problemi sia al riguardo del trasporto, in seguito alla chiusura dei porti ucraini, come Odessa e Mariupol territori dove è presente il conflitto, sia della coltivazione dei territori, colpiti tra l’altro dal conflitto, che ha spinto il governo di Kiev, come detto, a vietare l’export. Probabilmente, per il 2022 per determinate materie prime, come il mais, la soia e i girasoli che vengono piantati di solito in aprile-maggio, ma non solo, si vedrà un calo nelle esportazioni, come previsto dall’USDA (US Department of Agriculture).
Questo comporterà tra gli stati una massimizzazione della produzione nazionale, cercando di compensare i costi di produzione, oppure per alcuni paesi una maggiore diversificazione degli esportatori di materie prime agricole, per diversificare i metodi di approvvigionamento, ma oltre a questo anche un cambiamento nelle scelte produttive. Tema molto caldo sarà anche il possibile cambiamento dell’alimentazione del bestiame, infatti probabilmente, a causa dell’elevato prezzo del grano, mais e simili, si valuteranno alternative meno costose.
L’andamento dei prezzi delle materie prime alimentari dipenderà, perciò, molto dalla durata del conflitto nell’Europa dell’Est, delle sanzioni applicate alla Russia e in seguito anche dalle tempistiche con il quale verranno ripristinate le condizioni delle aziende, dei macchinari e dei terreni coltivabili. Infatti, una delle strategie di guerra utilizzate dai soldati russi, come denunciato dagli ucraini, è stato quello di attaccare le scorte rimaste disponibili, macchinari e le attrezzature agricole, oltre ad attaccare i porti più importanti per il commercio.
Le prime decisioni importanti sono state, per esempio, prese dall’Argentina, primo paese esportatore di derivati della Soia su scala globale, la quale, per cercare di tutelare il mercato interno, ha deciso di vietare temporaneamente l’esportazione di farina e olio di soia, provocando il rialzo dei prezzi dei prodotti.
Secondo gli analisti non vi sono particolari preoccupazioni per un eventuale crisi alimentare nel breve termine, in quanto l’UE è un grande produttore ed esportatore di cereali. Però la crisi molto probabilmente perdurerà anche nel 2023.
Nel grafico successivo viene mostrato l’andamento negli ultimi 5 anni delle principali materie prime agricole o derivati. In particolare, si osserva l’andamento del mais, del grano, della soia, dell’olio di semi di soia e della farina di soia. Da circa ottobre 2021 vi è stata una spinta elevata al rialzo dei prezzi, nonostante un tendenziale aumento già presente in seguito allo scoppio della pandemia globale del 2020. Le materie prime che hanno ottenuto i rendimenti più elevati da settembre dell’anno scorso sono il grano e l’olio di semi di soia.
Su Borsa Italiana sono disponibili 17 strumenti sulle materie prime agricole, tutti emessi da WisdomTree. Nella tabella gli strumenti si suddividono per sottostante, inoltre sono presenti alcuni strumenti con copertura dal rischio cambio valuta. Come si vede nella tabella, sono presenti 3 strumenti a gestione passiva che replicano l’andamento di un basket diversificato composto da differenti materie prime. In particolare, WisdomTree Grains replica l’andamento delle performance di mais, soia, grano e grano del Kansas; mentre il WisdomTree Softs segue le performance di materie prime coloniali, come caffè, cotone e zucchero. Infine, l’ultimo strumento a gestione passiva concentrato su un basket diversificato è il WisdomTree Agricolture, che replica l’andamento di un numero superiore di materie prime, quindi è molto diversificato. Le materie prime sottostanti dell’ultimo strumento sono le seguenti, in ordine per peso: mais, soia, grano, olio di semi di soia, farina di soia, zucchero, caffè, grano proveniente dal Kansas e cotone. Oltre a questi strumenti, sono presenti ulteriori prodotti che replicano l’andamento di singole materie prime, come caffè, cacao, cotone, grano, mais, soia, olio di semi di soia e zucchero.