Plus24 | Doppia opzione per il 38enne che vuole potenziare la pensione pubblica

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Plus24 | Doppia opzione per il 38enne che vuole potenziare la pensione pubblica

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Sabato 3 agosto  - Plus 24, p.9

LA LETTERA.

Ho 38 anni, lavoro con contratto a tempo indeterminato da aprile 2018.
A dicembre 2018 ho attivato la previdenza complementare nel fondo “SecondaPensione” di Amundi Sgr, e ho scelto il comparto Espansione con opzione del programma LifeCycle ed inoltre ho attivato l’opzione “Switch Salvadanaio”. A gennaio 2021 ho destinato il Tfr al fondo di categoria Fonte (Comparto dinamico) versando il contributo minimo dello 0,55% per poter beneficiare del contributo azienda dell’1,55 per cento.

Ho scelto di versare il contributo volontario in un fondo aperto per essere libero di versare quanto e quando voglio, fino ad oggi ho fatto versamenti costanti tutti i mesi ed è questo l’obiettivo anche per il futuro.

La somma tra il Tfr il contributo volontario e il contributo azienda è pari al 16,72% della retribuzione lorda.

Nell’area riservata del sito Inps, le informazioni sulla mia pensione sono le seguenti: data di pensione di vecchiaia 1 ottobre 2055; importo pensione lordo 2.301,00; ultima retribuzione lorda stimata 3.658,00; tasso di sostituzione lordo 62,90 per cento.
Questi dati sono soggetti a diverse variabili ma se fossero attendibili, secondo voi, la percentuale di versamenti al fondo pensione del 16,72% potrebbe integrare la pensione pubblica per aumentare il tasso di sostituzione tra il 95% e 100%?

Risponde Consultique

Considerando che il lettore accederà al pensionamento nel 2055, ci sono diverse variabili che impattano nella simulazione.

Per esempio, la crescita futura dei redditi, l’inflazione, l’andamento del Pil e la fiscalità sono tutte variabili che possono incidere significativamente sull’importo della pensione pubblica.

Sulla base delle informazioni fornite dal nostro lettore, ovvero la stima della pensione lorda e l’ultima retribuzione lorda attesa, abbiamo un tasso di sostituzione lordo, ovvero il rapporto tra la pensione lorda e l’ultimo stipendio lordo, attorno al 62 per cento.

Al fine di dare una maggior accuratezza alla pianificazione finanziaria e avere una visione più realistica delle risorse finanziarie a disposizione durante la pensione, è necessario considerare il tasso di sostituzione netto, ovvero ragionare su dati netti.

Il tasso di sostituzione netto è infatti generalmente più alto di quello lordo in quanto sui redditi da pensione non gravano i contributi previdenziali, diversamente dai redditi da lavoro. La nostra stima del tasso di sostituzione netto, è pari a circa il 73%, infatti ci aspettiamo entrate nette da pensione pubblica pari a 1.739 euro reali mensili (inflazione ipotizzata pari al 2%).

Per quanto riguarda il fondo pensione Fon.te, nell’ipotesi in cui il cliente versi oltre al Tfr, il contributo minimo volontario e benefici del contributo datoriale, nel comparto dinamico, stimiamo una rendita mensile vitalizia pari a 517 euro netti.

Pertanto, le entrate complessive ammonteranno a 2.256 euro netti mensili.
Il reddito netto mensile ante pensione è stimato pari a 2.391 euro reali; quindi, raggiungiamo un tasso di sostituzione del 94,35 per cento.

Dato che la data di decorrenza del pensionamento è ancora lontana, è fondamentale aggiornare l’analisi periodicamente, tenendo conto dei redditi futuri effettivi e delle altre variabili in gioco, per ottenere una stima sempre più precisa delle proprie entrate future.

Attualmente , non emerge quindi la necessità di incrementare i versamenti all’interno della previdenza complementare nel fondo pensione SecondaPensione.

In ogni caso, consigliamo di non eccedere nei versamenti annui nella previdenza complementare oltre i 5.164 euro l’anno in quanto verrebbe meno il vantaggio fiscale.

Ricordiamo che in questo limite di importo massimo deducibile rientrano sia i contributi volontari sia i contributi datoriali.

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