TUTTI GLI STRUMENTI PER PUNTARE SULLA SPAGNA
L'economia spagnola ha dovuto fare i conti con l'impatto della pandemia. Il sentiero che era stato intrapreso negli ultimi anni iniziava a tratteggiare aspetti positivi dopo la profonda crisi del debito sovrano della zona euro. La disoccupazione quest'anno si assesterà attorno al 16%. Anche il peso del debito sul Pil era in costante calo negli ultimi 4 anni ma ora dovrà tenere conto della maggiore spesa statale e del Pil visto in calo del -12%. In questo contesto potrebbe sembrare paradossale l'annuncio del governo spagnolo di fine ottobre di rinunciare ai prestiti del Recovery Fund. In realtà, quei prestiti ormai sono divenuti meno convenienti data la capacità della Spagna di finanziarsi a tassi di interesse molto bassi. La curva dei rendimenti si attesta su valori negativi fino alle scadenze di 7 anni. Si potrebbe quasi dire che, per il momento, il Recovery Fund è stato così determinante nel modificare le aspettative degli operatori da renderlo in parte non utilizzato.
I bassi tassi di finanziamento non devono tuttavia trarre in inganno: la ripresa sarà lunga e secondo alcuni operatori anche più lenta di quella italiana. Il rendimento dei listini spagnoli sembra anticipare tale prospettiva. Dal ribasso di marzo la Borsa di Madrid accusa un ritardo del 15% rispetto all'indice europeo. Tale sottoperformance, tuttavia, coincide con un livello molto basso dei multipli con un P/E dell'indice spagnolo pari a 13, contro un valore superiore a 18 e 24 rispettivamente per l'indice europeo e mondiale. L'investitore che vuole prendere una posizione sull'economia spagnola ha disposizione strumenti diversificati sia di natura azionaria che obbligazionaria.