Sabato 7 settembre - Plus 24, p.9
Oltre ai conti di deposito, ci sono opportunità nel tasso Bce sui depositi
Non solo conti di deposito. Chi non si accontenta di questi strumenti per gestire la liquidità a breve, viste le previsioni al ribasso dei tassi di interesse, potrebbe trovare opportunità (e relativi rischi) puntando sui prodotti monetari che seguono il tasso sui depositi Bce oppure sui nostri “amati” bond sovrani. Anche qui, però, la scelta tra fondi ed Exchange traded fund (Etf) da un lato, e di BoT e BTp dall’altro, potrebbe creare ulteriore incertezza. Ecco allora un vademecum per una scelta consapevole.
La situazione generale
Il 23 agosto scorso la Fed ha dato il via libera al taglio dei tassi Usa dalla prossima riunione del 17 settembre. Due mesi e mezzo fa, per certi versi sorprendentemente, la Banca centrale europea (Bce) ha abbassato il tasso di deposito al 3,75 per cento. Già nella riunione Bce del 12 settembre prossimo ci sarà probabilmente un altro abbassamento dei tassi, seguito da altri tagli nelle successive sette riunioni fino ad agosto 2025 (si veda grafico).
I motivi di questi possibili tagli sono almeno tre:
1 lo stato di salute dell’economia europea;
2 i livelli di inflazione in Italia (ma adesso anche in Germania) che si attestano su livelli ampiamente sotto controllo;
3 le mosse appunto della Fed.
Il tasso sui depositi Bce
Questo tasso è rilevante per qualsiasi considerazione di natura finanziaria, ma incide particolarmente su quei prodotti monetari, sia Etf sia fondi, che investono direttamente su strumenti monetari. Questi sono i depositi presso banche, i contratti di pronti contro termine o su strutture a replica sintetica che permettono di ottenere le performance del principale benchmark di questa tipologia di strumenti, cioè l’Euro short term rate (€Str).
Questo tasso è considerato come tasso privo di rischio per l’area euro ed è calcolato come media dei tassi dei depositi overnight (della durata di un giorno lavorativo) tra le banche segnalanti. Non rappresenta, pertanto, esattamente lo stesso valore del tasso dei depositi presso la Bce, ma si avvicina e lo segue molto da vicino.
Come gestire la liquidità a breve
La strategia di investimento con Etf e fondi non è l’unica che può essere seguita per la gestione della liquidità a breve. Oltre ai conti di deposito (si veda «Plus24» del 24 agosto scorso) si possono considerare Etf e fondi che investono su strumenti obbligazionari a brevissimo termine o, direttamente, su quei bond a scadenza residua ravvicinata, come per esempio BoT oppure BTp.
Cosa scegliere tra fondi o bond
A questo punto affrontiamo le variabili che possono influenzare la scelta di un investitore, indeciso tra gestire la liquidità a breve con strumenti monetari (come quelli evidenziati nella tabella sotto riportata) oppure direttamente con obbligazioni.
È evidente che l’investimento in un titolo di Stato a tasso fisso permette di definire con esattezza il rendimento a scadenza. Per esempio, il BTp che scade ad agosto 2025 lo si può acquistare a 98,30 euro, distribuirà cedole dell’1,2% e rimborserà 100 tra 1 anno, con un rendimento complessivo del 3,1 per cento.
Il rendimento dei fondi
Gli strumenti monetari evidenziati in tabella, invece, maturano in questo momento un tasso di remunerazione giornaliero pari a poco meno il 3,75% annuo fino alla prossima revisione dei tassi della Bce.
Utilizzando l’evoluzione dei tassi fino ad agosto 2025 si avrebbe un rendimento complessivo pari a poco più del 2,8%, quindi 30 punti base in meno rispetto al rendimento del BTp. «Questo vantaggio nei confronti del BTp - spiega Rocco Probo, analista finanziario di Consultique Scf - verrebbe tuttavia meno se effettivamente da qui a 1 anno ci saranno meno tagli dei tassi da parte della Bce rispetto a quanto atteso dal mercato. Lo strumento monetario genererebbe dunque un rendimento maggiore in uno stato di più lenta discesa dei tassi».
La tassazione da considerare
I rendimenti sopra accennati si intendono però al lordo della tassazione. L’investitore non deve infatti sottovalutare il ruolo della fiscalità che permette di rendere il BTp tassato al 12,5% con possibilità di compensare le plusvalenze prodotte con eventuali minusvalenze pregresse. «Gli strumenti monetari, in quanto fondi ed Etf - chiosa Probo -, non permettono invece la compensazione e tendenzialmente sono tassati al 26%, con l’eccezione dell’Etf Xtrackers Eur Overnight Rate Swap Acc (LU0290358497) la cui aliquota fiscale, considerando la sua struttura derivativa e la natura del paniere sostitutivo, è prossima al 12,5 per cento».