
Sabato 5 aprile - Plus 24, p.5
Dazi. Economia al ralenti. Conflitti geopolitici. Ce ne sono abbastanza di motivi per generare incertezza sui mercati finanziari e, di conseguenza, sull’allocazione della propria liquidità. Oltre ai conti di deposito una gestione efficiente potrebbe essere rappresentata da bond, Etf e fondi comuni. Ma a un patto: che non abbiano una scadenza oltre i 12 mesi; meglio a 3 e 6 mesi.
La situazione generale
La volatilità che si sta verificando sui mercati azionari è dovuta principalmente all’introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti e ai primi segnali di rallentamento dell’economia americana. Non solo. In Europa la Banca centrale europea (Bce) ha già tagliato due volte i tassi d’interesse di 25 punti base da inizio 2025 e gli analisti ne prevedono altri due entro dicembre, nonostante il dato sull’inflazione core di marzo sia inferiore alle attese. Insomma, tutte situazioni che non fanno presagire a una crescita dell’economia mondiale.
I bond sovrani
La scelta di utilizzare obbligazioni governative a breve scadenza per la gestione della liquidità presenta vantaggi legati all’elevata liquidabilità dei bond sovrani e all’assenza di costi ricorrenti che si avrebbero utilizzando altri strumenti finanziari. «Ci sono comunque – avverte Federico Pigatto, analista finanziario di Consultique Scf - i costi di transazione in fase di acquisto e di eventuale vendita del titolo, mentre non sono presenti in caso di rimborso a scadenza. A questi vantaggi si aggiunge anche la possibilità di godere della tassazione agevolata del 12,5 per cento».
Il prezzo di acquisto
Un altro aspetto rilevante dal punto di vista fiscale è il prezzo al quale si acquista il bond: se prezza sotto la pari, permette di compensare eventuali minusvalenze pregresse con il provento derivante dal capital gain. Diverse obbligazioni quotate su Borsa italiana (si veda infografica a sinistra) si caratterizzano per avere una cedola pari o prossima allo zero e di conseguenza presentano un prezzo inferiore a 100.
La remunerazione
Il rendimento medio a scadenza dei titoli governativi europei, poi, è intorno al 2,2% per le scadenze entro i 6 mesi e al 2,1% per quelle entro i 12 mesi. Per scadenze così brevi il differenziale dovuto al diverso merito creditizio tra i vari Paesi non è così rilevante e raggiunge al massimo 20 punti base tra Germania e Italia.
Le alternative ultrashort
È possibile gestire la liquidità anche attraverso strumenti di risparmio gestito obbligazionari ultrashort. «Questi prodotti – continua Pigatto - si caratterizzano per offrire un’esposizione alla parte molto breve della curva dei rendimenti, con una duration (misura la sensibilità del prezzo di un’obbligazione ai cambiamenti dei tassi di interesse) che oscilla solitamente intorno a 3 mesi. Si tratta di strumenti che solitamente combinano esposizioni governative e societarie. Ciò implica un maggior rischio creditizio rispetto ai bond sovrani, seppur minimo in funzione della duration molto corta (si veda approfondimento nell’articolo in basso, ndr)». Allo stesso tempo questo genera anche in questo caso un maggior impatto fiscale a causa della presenza di obbligazioni societarie.