Come gestire le fasi di decumulo con un occhio particolare ai costi
Nelle strategie di investimento si pensa quasi sempre alla fase di accumulo. La costruzione di un Pac ad esempio per ridurre la volatilità dei mercati e ottimizzare i rendimenti. C’è però un’altra fase altrettanto importante del processo di investimento life cycle ed è quello del decumulo, ovvero come gestire la liquidità accumulata al termine di un processo di investimento. Solitamente nella fase finale di un piano di investimento si riduce il rischio per arrivare a godere dei benefici accumulati. C’è poi la gestione della fase successiva quando il capitale inizia ad essere intaccato. Gli ultimi anni non sono stati semplici per gestire queste fasi, dapprima con i tassi a zero e ora con il rialzo dei rendimenti che colpisce duramente tutto il mondo obbligazionario.
Gli obiettivi
«Le strategie di decumulo - commenta Rocco Probo, analista Consultique - ovvero l’utilizzo della ricchezza finanziaria accumulata, possono essere di diverso tipo. In primis si parte dalla ragione per cui si apre un Pac. Se l’obiettivo è quello di acquistare la casa o un automobile ad esempio, allora giunti alla scadenza si utilizza il montante per l’acquisto del bene. Se l’obiettivo è invece quello di avere della liquidità aggiuntiva in ottica previdenziale, allora la strategia prevede di ridurre il rischio sul Pac nel corso del tempo per arrivare alla scadenza prefissata e poter periodicamente utilizzare una quota di liquidità programmata».
Il tema previdenziale
Il piano di accumulo non è solo una strategia di investimento ma esistono anche prodotti finanziari che accompagnano il risparmiatore nella fase di accumulo e di decumulo, anche abbinando prodotti assicurativi. «In tutte queste formule - aggiunge Probo - la variabile è quella dei costi. Capire quanto gli oneri incidono nel corso del piano di accumulo e quanto incidono poi successivamente nella fase di distribuzione. Costruire queste strategie di investimento tramite semplici Etf ha una bassa incidenza dei costi, mentre rivolgersi a prodotti preconfezionati può essere molto oneroso. Se si utilizzano questi prodotti in ottica previdenziale, infine, si deve comunque considerare il beneficio fiscale a cui si rinuncia preferendo una soluzione Pac al posto di un fondo pensione». Gestire in maniera ottimale una fase di decumulo può essere a volte più complesso che portare a termine una fase di accumulo. Soprattutto in una fase come quella attuale. «Sotto diversi profili - spiega Edoardo Fusco Femiano, fondatore Dld Capital Scf - il tema delle strategie di decumulo contiene complessità superiori a quelle delle strategie di accumulo: in particolar modo, complessità matematiche più sottili, anche in relazione al fatto che il decumulo rappresenta la “exit strategy” +della vita da investitore».
I rendimenti
In generale la condizione ideale sarebbe quella generare rendimenti pur in presenza di tassi di prelievo. Questo deve però fare i conti con l’assunzione dei rischi e trovare il giusto punto di equilibrio non è assolutamente semplice. Non bisogna mai dimenticare, poi, le esigenze del singolo risparmiatore. «Se i prelievi mensili - continua Fusco Femiano - possono essere stimati con buona approssimazione, la medesima logica non è applicabile ai rendimenti, che tendenzialmente presentano una dinamica più irregolare. In aggiunta, la costante sottrazione di capitale investibile riduce il capitale a disposizione nel corso del periodo d’investimento. Ipotizzando una dinamica randomica dei rendimenti, possiamo affermare che l’investitore presenta circa un 50% di probabilità di preservare il capitale nel corso del tempo. Su questo ultimo punto, affinché le probabilità dell’investitore aumentino, è necessario lavorare sulla distribuzione dei rendimenti nel tempo».