Plus24 | Il lavoratore si interroga sul beneficio reale del riscatto della laurea

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Plus24 | Il lavoratore si interroga sul beneficio reale del riscatto della laurea

Plus24 | Il lavoratore si interroga sul beneficio reale del riscatto della laurea

 

In relazione alle modifiche normative allo studio e alle regole attualmente vigenti volevo capire cosa capiterebbe a un dipendente con contributi versati dopo il 1996 che andasse in pensione di vecchiaia col sistema contributivo puro nel 2035 con 20 anni di contributi. Il tutto utilizzando il riscatto degli anni del corso di laurea. Preciso che mi sono iscritto all’università e laureato prima del 1996. Potrei optare per il passaggio al sistema misto? Quanto potrebbe incidere percentualmente ai fini dell’assegno pensionistico il riscatto della laurea in un sistema piuttosto che nell’altro?
A fronte di un esborso maggiore (per esempio 5.360 euro per quattro anni pari a 21.440 euro col metodo agevolato - sistema contributivo contro 37.686 euro col passaggio al sistema misto (simulazione effettuata sul sito Inps), di quanto beneficerei percentualmente in termini di aumento dell’assegno pensionistico?

Risponde Consultique

Interessante il caso del nostro lettore che con il riscatto di laurea passa dal sistema contributivo al sistema misto. L’analisi della convenienza o meno al riscatto di laurea non deve tener conto solo della misura della pensione ma anche della decorrenza, in quanto, passando da un regime ad un altro, cambiano i requisiti pensionistici.

Chi è contributivo puro può accedere al pensionamento anticipato a 64 anni di età con un minimo di 20 anni di contribuzione se la pensione è superiore a 2,8 volte l’assegno sociale oppure a 42 anni e 10 mesi per gli uomini o a 41 anni e 10 mesi per le donne; il pensionamento di vecchiaia scatta invece a 67 anni di età con un minimo di 20 anni di contribuzione se la pensione è superiore a 1,5 volte l’assegno sociale.
Chi è retributivo o misto non ha la possibilità di accedere al pensionamento con il requisito dei 64 anni di età con un minimo di 20 anni di contribuzione, ma accede al pensionamento anticipato a 42 anni e 10 mesi (oppure a 41 anni e 10 mesi se donna) e al pensionamento di vecchiaia a 67 anni con un minimo di 20 anni di contribuzione.

Non conoscendo l’età anagrafica del nostro lettore, gli consigliamo innanzitutto di verificare se la data di pensionamento nel 2035 a cui fa riferimento è effettivamente quella di vecchiaia, perché se ha 20 anni di contribuzione post 1996, potrebbe accedere al pensionamento anticipato già a 64 anni. Nel caso in cui riscattasse gli anni di laurea ante 1996 perderebbe questa finestra d’uscita e quindi potrebbe accedere al pensionamento solo a 67 anni.

Per quanto riguarda la misura della pensione, a parità di data di pensionamento, il beneficio del riscatto di laurea agevolato, essendo il calcolo contributivo, è direttamente proporzionale all’onere. Considerando infatti un costo complessivo pari a 21.440 euro (5.360 euro per ogni anno da riscattare) e ipotizzando un coefficiente di conversione in rendita a 67 anni pari a 5,575%, l’incremento di pensione con il riscatto di laurea sarà pari a circa 1.195 euro lordi annui.

Diverso è invece il calcolo del beneficio in ipotesi di riscatto di laurea tradizionale, in quanto essendo anni retributivi, il calcolo dell’onere viene fatto con il criterio della riserva matematica. L’incidenza del beneficio economico è soggettiva ed è quindi necessario effettuare un’analisi tenendo conto di tutta la contribuzione effettuata e della retribuzione prevista negli ultimi 5-10 anni ante pensionamento, che servono per il calcolo della quota retributiva della pensione.

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