PLUS24 • LA POSTA DEL RISPARMIATORE
Sono un lavoratore dipendente di 55 anni con moglie che opera in ritenuta d'acconto. Vorrei chiedere un parere in merito all'adesione al Pip e anche alla gestione patrimoniale a base di Etf per i miei figli.
Iniziamo da mia figlia, età 21 anni, studentessa universitaria senza reddito. Dispone di alcuni risparmi accumulati nel tempo. Il dubbio riguarda se versarli solo nel fondo pensione o in una gestione patrimoniale in Etf con versamenti mensili, alimentati dalla famiglia. Pensavo anche a entrambe le soluzioni, cioè aprire la
gestione patrimoniale (5mila euro è l'importo minimo) con versamenti mensili di 100 euro e con una piccola somma, aprire anche il fondo pensione con l'idea di versare in base alle possibilità. Considerando la limitata disponibilità chiedo se abbia senso o concentrarsi su una sola linea. Mio figlio invece ha 19 anni, è uno studente universitario, senza reddito, al quale abbiamo aperto una gestione patrimoniale in Etf nel 2016 (intestata a me). Vorrei che aderisse anche al fondo pensione, eventualmente spostando una parte del piccolo capitale dalla gestione e aiutandolo in base alle possibilità.
Riguardo al Pip, vorrei capire meglio come verrà considerato ai fini dell'anzianità contributiva il periodo fino all'inizio dell'attività lavorativa. Non essendo percettore di reddito, per la Gpf di mia figlia, ritengo anche in questo caso conveniente intestarla ai genitori per le possibili detrazioni fiscali e, quando inizieranno l'attività lavorativa, trasferirla.
La considerazione che faccio, riguarda l'eventuale necessità economica che potrebbero avere in futuro, con il Pip, salvo alcune casistiche, non potrebbero disporre delle somme versate, mentre la Gpf è liquidabile in qualsiasi momento ma, per quanto attenta e con prodotti a basso rischio come gli Etf, non può garantire dalle oscillazioni dei mercati che possono fare perdere in due giorni il guadagno conseguito negli anni. Quale formula ritenete sia la migliore?
risponde Federica Pezzatti (f.pezzatti@ilsole24ore.com)
Come lei ben ricordava le due cose non si escludono anche pervia della liquidabilità maggiore che ha la gestione rispetto al fondo. Siccome si tratta di investimenti di lungo periodo la volatilità non dovrebbe essere al centro delle sue preoccupazioni, tanto più che si tratta di investimenti rateali che consentono quindi di mediare i prezzi d'ingresso evitando errori di timing.
Quanto ai vantaggi fiscali, i contributi versati a una forma pensionistica complementare sono deducibili dal reddito personale entro 5.164,57 euro all'anno. Per quelli versati nell'interesse delle persone fiscalmente a carico, la deduzione spetta al soggetto di cui le stesse sono a carico per l'ammontare, da esse eventualmente non dedotto e sempre nel limite complessivo di 5.164,57 euro annuo. «Quindi il vantaggio che avrebbe a versare nel fondo pensione per conto dei suoi figli è fiscalmente rilevante e pari alla sua aliquota marginale Irpef che dipende dal suo reddito imponibile. Di tale agevolazione, invece, non gode la gestione patrimoniale» spiegano da Consultique. È vero che i fondi pensione hanno maggior vincoli di smobilizzo ma al contempo finalizzano il risparmio in un'ottica previdenziale a tutela del tenore di vita nel lungo periodo. Ciò non toglie che a certe condizioni in tutto o in parte ci possano essere delle anticipazioni oppure riscatti senza dover aspettare l'età di pensionamento.
«Dal momento dell'attivazione fino all'inizio dell'attività lavorativa si matura anzianità contributiva valida ai fini della riduzione della tassazione a scadenza - spiegano da Consultique -. Bisogna però stare attenti ai costi dei Pip, e magari valutare un fondo pensione aperto o negoziale (qualora si appartenga a una categoria che consenta di iscrivere anche i familiari allo strumento di previdenza di secondo pilastro)>>.
Su Plus24 è disponibile il rating realizzato da Consultique che viene pubblicato mensilmente il terzo sabato del mese (fondi aperti) e il quinto sabato (quando esiste nel calendario) per i fondi negoziali.