Plus24 | Previdenza complementare: La concorrenza ha fallito anche sulle rendite

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Plus24 | Previdenza complementare: La concorrenza ha fallito anche sulle rendite

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VITALIZI POCO UTILIZZATI

«L’accessibilità al sistema di previdenza complementare dipende anche dal grado di concorrenza nel sistema», lo spiega Mario Padula nella sua relazione presentata alla Camera. Ad oggi, secondo il Presidente Covip, i risultati sono insoddisfacenti. «In un quadro regolamentare omogeneo, che parifica forme di mercato a forme non di mercato anche nei benefici fiscali, i Pip e i fondi pensione aperti continuano a costare di più rispetto ai fondi negoziali», constata l’Authority, secondo cui «andrebbe valutata la possibilità di usare gli incentivi all’adesione e alla contribuzione in un’ottica di promozione dell’efficienza e della concorrenza». Poco competitivo è anche il “mercato delle rendite pensionistiche”: i dati evidenziano una scarsa propensione dei lavoratori a trasformare in rendita la posizione previdenziale accumulata, preferendo l’erogazione in capitale. I dati parlano chiaro: lo scorso anno le uscite per la gestione previdenziale totalizzano 11,4 miliardi di euro, registrando incrementi in tutte le principali voci. Sono state erogate prestazioni pensionistiche in capitale per 5,1 miliardi di euro e in rendita per circa 460 milioni di euro.
Nel 2021 sono stati corrisposti anche 1,3 miliardi di euro di rendite integrative temporanee anticipate (Rita), per lo più concentrate nei fondi pensione preesistenti.
I riscatti invece ammontano a 2 miliardi di euro; le richieste di anticipazioni, a 2,3 miliardi di euro, per la maggior parte riferite a spese per l’acquisto o ristrutturazione della prima casa. In tale contesto, in cui è una sparuta minoranza a chiedere l’erogazione della rendita, la Covip – come ha spiegato Padula – sta valutando spazi e modalità per contribuire a un migliore disegno delle prestazioni a scadenza, anche attraverso proposte di rendite diverse dalle rendite vitalizie tradizionali, ma comunque in grado di mitigare il rischio di longevità. «Di fatto le rendite proposte dai fondi pensione e dai Pip si sono già un po’ adeguate – fa notare Giuseppe Romano analista della società di consulenza indipendente Consultique –. Tra le formule più interessanti stiamo notando sul mercato dei piani che prevedono la rendita con controassicurazione (detta anche cash back) che fornisce agli eredi il montante residuo in caso di decesso prematuro del lavoratore: si supera un po’ il concetto e i limiti della rendita immediata irreversibile». Ma altre ipotesi sarebbero da valutare come delle coperture specifiche per il rischio longevità.

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