Il metallo giallo guida la classifica dei flussi sul mercato primario Ue. In rosso il mondo dell'obbligazionario.
Forte selettività. La parola d'ordine analizzando i dati dei flussi sugli Etf/Etc nel primo trimestre del 2020 evidenzia questo trend. Nel bel mezzo della crisi della pandemia del coronavirus il mercato ha puntato su asset più sicuri.
L'analisi dei flussi europei sugli Etf/Etc è un po' diversa rispetto a quella dei fondi. «I flussi - spiega Piermattia Menon, analista Consultique - sono calcolati andando a vedere le masse gestite degli Etf e quanto di questa voce non è giustificato dalla crescita delle performance di mercato». Nei flussi si conta fondamentalmente il mercato primario. «Le nuove quote degli Etf - continua Menon - vengono infatti create sul primario e immesse sul secondario. Il primario è riservato ad alcuni operatori istituzionali chiamati partecipanti autorizzati. Questi ultimi cercano di cogliere la domanda che può verificarsi sul mercato e quindi chiedono la creazione di nuova quota».
Ad esempio, se le aspettative sull'oro sono positive, allora è probabile che aumentino i flussi sul primario e, a cascata, questa dinamica si trasferirà nel tempo anche sul secondario. L'analisi di Consultique, condotta sui dati Morningstar, è focalizzata sui paesi dell'Ue da gennaio a marzo. «Quello che abbiamo notato - continua Menon - è una forte richiesta di Etf legati all'oro con oltre 6 miliardi di flussi. In generale nei primi tre mesi dell'anno si è registrata un'uscita per 5 miliardi dall'azionario verso il monetario e il metallo giallo».
Andando poi a vedere le contrattazioni sul secondario, in particolare a Milano (vedi altro pezzo in pagina), ritroviamo questi temi anche se gli scambi sono fortemente condizionati dal trading sugli strumenti a leva. Tornando ai flussi, il leit motiv interpretando questi dati è quello della ricerca di una maggiore sicurezza. Vale a dire esporsi su asset anche rischiosi, ma cercando di cavalcare i trend legati a storie più consolidate. Evitando quindi di andare a posizionarsi su strategie più marginali.
Sull'equity c'è stata una grande differenziazione: più in particolare ci sono stati deflussi dall'azionario legato ai paesi emergenti e dalle esposizioni azionarie più di nicchia per andare su esposizioni globali diversificate. I titoli europei e globali a grande capitalizzazione sono stati quindi beneficiari di nuovi flussi, un chiaro segnale che il mercato è andato alla ricerca di storie più certe. La ricerca di maggiore sicurezza ha contagiato anche il segmento dei bond, finito sotto pressione con un aumento della volatilità. «Anche l'obbligazionario - conclude Menon - è in rosso per quasi sei miliardi. Pure sul reddito fisso abbiamo notato una fuga da corporate, high yield ed emergenti a favore del segmento più sicuro come quello dei governativi».