Plus24 | Tutte le variabili da considerare nella decisione di dove destinare il Tfr

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Plus24 | Tutte le variabili da considerare nella decisione di dove destinare il Tfr

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Sabato 25 maggio  - Plus 24, p.10

LA LETTERA.

Ho quasi 30 anni vorrei un consiglio o un parere in merito a futuri investimenti.

Intanto vorrei darvi una panoramica della mia situazione economico/finanziaria: sono un lavoratore dipendente con contratto commercio e terziario a tempo indeterminato, con una retribuzione annua lorda di 35 mila euro(benefit monetari inclusi), vivo a Milano pagando un affitto mensile di 400 euro.

Attualmente, il mio portafoglio titoli è così composto: 15mila euro investiti nei BTp Italia l’anno scorso; 22.000 euro investiti nei BTp Valore dell’ultima emissione; Pac Multi-asset di Bnp Paribas dove verso 100 euro (totale 1.894,11 euro).

Sul conto corrente ho circa 18mila euro e starei valutando di aprire un fondo pensione (dove versare anche il Tfr) o di comprare anche un po’ di azioni per differenziare un po’ gli investimenti.
Attendo un parere.

Risponde Consultique

La panoramica descritta mostra alcuni investimenti obbligazionari, in particolare due titoli di Stato italiano, e un piano di accumulo multi-asset.
Senza entrare nel merito degli strumenti, si tratta di un’asset allocation efficace per cominciare a gestire il proprio risparmio.

La parte obbligazionaria, oltre al rimborso del capitale a scadenza, permette di ottenere un reddito regolare grazie allo stacco delle cedole e gode di una tassazione agevolata. In aggiunta, il Pac offre la possibilità di investire i propri risparmi periodicamente, tramite versamenti regolari, con il duplice vantaggio di avere accesso ai mercati finanziari e di diversificare temporalmente l’investimento. Qui la convenienza deve tenere conto, oltre che della qualità degli strumenti, dell’importo che è possibile destinare a questo investimento e soprattutto dei costi di gestione che gravano sulle soluzioni e sulle transazioni nell’ambito della strategia Pac. Venendo al caso in oggetto, per somme non superiori ai 100-200 euro mensili risulta preferibile orientare la scelta verso un solo strumento, in quanto l’investimento in due o più veicoli non garantirebbe l’efficienza in termini di costi.

Quanto al Tfr si può lasciare in azienda (riottenendolo rivalutato alla fine del rapporto di lavoro), oppure versarlo all’interno della gamma di forme pensionistiche (fondi pensione negoziali, fondi pensioni aperti, e piani individuali pensionistici).

Nella scelta bisogna considerare diverse variabili, in primo luogo di tipo fiscale: il Tfr in azienda comporta una tassazione separata, determinata dall’aliquota media Irpef degli ultimi cinque anni di prestazione lavorativa, mentre la tassazione dei fondi pensione prevede un’aliquota che va dal 9%-15% dei premi versati non rivalutati. In entrambi i casi il Tfr non risulta deducibile ai fini fiscali. Tuttavia, per i fondi pensione è prevista la deducibilità dei contributi volontari e dei contributi datoriali fino ad un massimo di 5.164,57 euro.

Bisogna poi tenere conto della redditività delle due alternative, nel caso di Tfr in azienda, è predeterminata: il Tfr accantonato in azienda è rivalutato annualmente a un tasso determinato dalla formula 1,5% + 75% della variazione dell’indice Foi rispetto all’anno precedente, mentre in caso di adesione alle forme pensionistiche è dettato dall’andamento del mercato e degli investimenti posti in essere dai fondi.

Infine va tenuto conto della liquidabilità dello strumento. L’accantonamento del Tfr in azienda prevede la possibilità di anticipare il 75% delle somme versate, dopo otto anni e solo per alcune tipologie di spese: sanitarie, prima casa, ristrutturazioni straordinarie, congedo per formazione e maternità, mentre per la previdenza complementare è possibile riscattare in qualsiasi momento fino al 75% delle somme per spese sanitarie, dopo 8 anni, per la prima casa e per ristrutturazione ordinaria e straordinaria, mentre sempre passati gli 80 anni, fino al 30% per qualsiasi tipologia di spesa.

Queste sono le variabili che dovrebbero guidare la scelta della tipologia di opzioni previste per la destinazione del Tfr.

Nel caso di selezione dei fondi pensione è necessario poi tenere conto di alcune differenze presenti tra fondi negoziali e aperti. Innanzitutto, i primi sono legati al settore di appartenenza, mentre i secondi sono aperti e possono ricevere adesioni da più settori.

Inoltre, per i fondi pensione negoziali, se oltre al Tfr il lavoratore prevede, secondo alcuni limiti di effettuare dei versamenti aggiuntivi e volontari, il datore di lavoro dovrà versare una quota di contributo datoriale, che andrà a concorrere ai redditi deducibili.

Infine, sul tema costi, in genere risultano tendenzialmente più bassi per le alternative negoziali, mentre le performance risultano generalmente migliori sui fondi aperti.

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