L’obbligazione sottoposta questa settimana dal lettore è un titolo senior (non subordinato) emesso da UniCredit nell’ottobre del 2014. L’emissione riconosce cedole variabili calcolate sulla base del tasso Euribor 3 mesi, senza alcuno spread. Tuttavia è previsto che il tasso cedolare non possa superare il 3% annuo né essere inferiore allo 0,8% annuo. Considerata la dinamica dei tassi che si è sviluppata negli ultimi anni le cedole sono sempre state determinate secondo il tasso minimo. Il rimborso del capitale è in un’unica soluzione alla scadenza previsto per fine ottobre 2020. L’obbligazione è negoziata sul sistema multilaterale di negoziazione EuroTlx dove, sebbene la liquidità non sia elevatissima, sono comunque sempre presenti offerte in acquisto/vendita.
Gli scenari di probabilità
Secondo i calcoli svolti dagli analisti dell’Ufficio Studi di Consultique questo bond ha una probabilità dell’1,42% di perdere circa 48,87 euro su 100 iniziali, mentre nel 98,58% dei casi può consentire un guadagno dato da un rimborso atteso di 102,44 euro su 100 iniziali. «Complessivamente – spiegano da Consultique – siamo di fronte a un investimento che ha un grado di rischio molto basso.
In particolare la seniority molto elevata e la scadenza ravvicinata consentono di limitare moltissimo il grado di rischio di credito assunto. Lo spread attuale verso i titoli di Stato è praticamente nullo, anche a causa di un differenziale bid-ask abbastanza elevato».
L’emittente
Prosegue l’azione del nuovo consiglio di amministrazione della banca diretto da Mustier per il riassetto del gruppo bancario Unicredit.
Nell’ultimo anno sono state approvate cessioni di asset importanti, tra cui la vendita della società di asset management Pioneer ai francesi di Amundi. Sembra che il gruppo stia puntando a un ridimensionamento delle attività in Italia (sono in programma ulteriori esuberi di personale), mentre guarda con più interesse al mercato dell’Est Europa.
I dati di bilancio
In attesa dei risultati definitivi del 2017, l’ultima relazione di bilancio analizzabile è quella di settembre. Ne emerge un complessivo miglioramento delle condizioni del gruppo, sia in senso economico che in senso patrimoniale. Un grande contributo arriva dalle cessioni di cui sopra e dal piano di riduzione dei costi. I ricavi complessi, il margine di interesse e le commissioni risultano in calo sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto all’anno precedente. Si riducono, come detto, anche i costi e soprattutto le rettifiche sui crediti.
Le dismissioni portano il Cet1 al 13,81%, un valore superiore ai grandi gruppi concorrenti e di sicurezza rispetto alle richieste della vigilanza.