Previbank e quella difficile scelta tra vitalizio e capitale

Consultique
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Previbank e quella difficile scelta tra vitalizio e capitale

Previbank e quella difficile scelta tra vitalizio e capitale
Sono iscritta al fondo pensione Previbank che avrebbe dovuto avere un rendimento minimo garantito del 4% ma attualmente non è così. Sono andata in pensione il 1° agosto 2017 e trovandomi nella condizione di dover scegliere fra la rendita mensile o il riscatto, io sarei orientata per la rendita, così da non avere il problema dell’allocazione non essendo esperta in finanza. Volevo chiedervi alcune delucidazioni: se dovessi riscattare tutta la posizione a quanto ammonterebbe? A quanto ammonta l’aliquota fiscale? Se fosse più efficiente per me la rendita vitalizia, in caso mi sopravviva mio marito, la rendita è reversibile ? Cosa accadrebbe alla rendita in caso di forte inflazione? 

Previbank è un fondo pensione chiuso per i lavoratori dipendenti del settore bancario sul quale è previsto un contributo anche da parte del datore di lavoro. La prestazione può avvenire sotto forma di rendita o - essendo il contribuente in questo caso iscritto da prima del 1993 - anche interamente sotto forma di capitale. «Fra queste due forme di erogazione non vi sono particolari differenze o preferenze, se non di natura soggettiva da parte del singolo contribuente», spiegano da Consultique.

Al momento il capitale è collegato al comparto “Multigaranzia”, ovvero ad una gestione separata (gs) che investe quasi esclusivamente nel comparto obbligazionario e principalmente in titoli di stato italiani, con un rendimento minimo garantito allo 0,50%. 

Il rendimento viene dichiarato annualmente, per il 2016 è stato pari al 2,67% con un capitale maturato di 119.145 euro; il valore richiesto aggiornato ad oggi, al fine di valutare erogazione sotto forma di capitale, potrà essere definito con precisione solo dopo la pubblicazione del rendimento della gestione separata per l’anno 2017. 

La rivalutazione del capitale o della rendita non risulta pertanto indicizzata direttamente all’inflazione ma legata al rendimento di tale gs. «L’effetto derivante da un aumento elevato dell’inflazione - come da lei ipotizzato - si potrebbe concretizzare in un aumento dei tassi di interesse e quindi dei rendimenti dei titoli obbligazionari, di conseguenza anche la rivalutazione del fondo pensione segnerebbe un incremento nel medio periodo», spiegano da Consultique. 

Il valore puntuale in caso di rendita vitalizia a partire dal 2017 come da Lei richiesto non è calcolabile, non avendo il coefficiente di conversione utilizzato dalla banca nell’operazione di trasformazione. 

La rendita sarebbe comunque sicuramente inferiore rispetto a quella indicata per settembre 2020, essendo il calcolo del coefficiente basato sull’andamento demografico e sull’età del contribuente. Per assicurare l’erogazione della prestazione in caso di decesso, il fondo PreviBank offre la possibilità di sottoscrivere una rendita “controassicurata” o una rendita “reversibile”, ovvero al momento del decesso la rendita verrebbe erogata ad un beneficiario designato, dove ovviamente più esso sarà giovane più la rendita sarà minore.

«L’aspetto fiscale risulta piuttosto complesso, essendo stato soggetto a importati modifiche della normativa nel corso degli anni – spiegano da Consultique –. In effetti attualmente convivono, con applicazione pro quota, tre differenti regimi impositivi fino al 2000, dal 2001 al 2006 e dal 2007 in poi. Durante la fase di accumulo, la rivalutazione ottenuta dalla gestione prevedeva una imposta sostitutiva dell’11% fino al 2013, successivamente passata al 20%, fatta eccezione per i titoli di stato tassati al 12,5%. Al momento della prestazione – sia sotto forma di capitale che di rendita - dal 2007 viene tassata quella parte di capitale non assoggettata a tassazione già nella fase di accumulo, con una ritenuta a titolo d’imposta del 15%, ridotta dello 0,3% per ogni anno eccedente il 15° anno di partecipazione alla forma pensionistica fino al 9%». 


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