Quello che per anni è stato definito “il gigante malato”, ha registrato una crescita economica positiva per 8 trimestri consecutivi. Il Giappone ha chiuso il 2017 con una variazione positiva del Pil dell’1,7% grazie alla crescita delle esportazioni ma anche dal recupero della domanda interna e degli investimenti. Attualmente la politica ultra espansiva della Banca Centrale (BoJ) prevede il mantenimento del rendimento del titolo di Stato decennale allo 0% (come da grafico a lato), con il controllo della curva dei tassi. Nel caso in cui l’attuale ripresa dell’economia dovesse consolidarsi, è probabile che la Boj attui una revisione della propria politica, rendendo più ripida la curva dei tassi di interesse soprattutto sul tratto più lungo, in modo da favorire le società finanziarie.
L’attuale politica espansiva ha sostenuto negli ultimi anni la Borsa, il cui andamento risulta sempre molto legato alle variazione del tasso di cambio, essendo molte aziende legate all’export e quindi favorite da un indebolimento dello Yen. Dal punto di vista fondamentale, gli utili e il fatturato delle società nipponiche hanno registrato una buona crescita tra il 2016 e 2017, favorita anche dagli sgravi fiscali; dal 2018 l’aliquota sulle imposte delle società passerà al 29% dal 37% attuale, ulteriormente ridotta per le società che innalzeranno i salari. Si evidenzia come la BoJ abbia circa 20mila miliardi di Yen in Etf azionari, ovvero 2,5 volte il capitale dell’istituto, esponendo la stessa Banca Centrale ai rischi e alla volatilità tipica dei listini azionari: la BoJ si trova tra i primi 10 azionisti del 90% dei titoli del Nikkei. È possibile esporsi sul mercato giapponese tramite Etf e fondi. Inoltre è possibile acquistare singole obbligazioni governative in Yen.