Anche la Banca Popolare dell’Alto Adige (Volksbank) ha deciso di sbarcare sulla piattaforma digitale Hi-Mtf, gestita dall’omonima sim. Il cda dell’istituto venerdì 25 agosto ha approvato la presentazione della domanda di ammissione alla negoziazione delle azioni; gli scambi (ricevute le autorizzazioni) verranno avviati il 25 settembre. La scelta non è isolata. Poco più di tre mesi fa alcune popolari e casse di risparmio non quotate hanno vissuto una piccola rivoluzione: sono approdate sul mercato; non a Piazza Affari ma su questo segmento per la negoziazione di strumenti finanziari che incrocia domanda e offerta e dove è la domanda a determinare il prezzo.
La piattaforma esiste da anni e per lungo tempo si è concentrata sull’obbligazionario. Da qualche mese è avvenuta la svolta. In seguito alle raccomandazioni Consob sono sbarcate su Hi-Mtf Banca di Imola, Banca Popolare di Cividale, Banca Popolare di Lajatico, Banca Popolare Pugliese, Banca Popolare di Bari, CariRavenna, Cassa di Risparmio di Asti e Cassa di Risparmio di Cento (mentre scambiavano già sulla piattaforma Banca Sella e Banca Valsabbina). A onor del vero anche la Banca Regionale di Sviluppo e Banca Apulia sono presenti sul listino ma la prima vede il titolo sospeso e Apulia non scambia dal 2013.
Sì, perché è stata proprio l’autorità di Vigilanza a sollecitare il 18 ottobre con la Comunicazione numero 92.492 quasi 500 banche non quotate ad «avvalersi di una sede di negoziazione multilaterale ». Lo ha fatto in scia ai recenti dissesti delle good bank e di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che hanno azzerato i risparmi di migliaia di piccoli azionisti, spingendo l’authority guidata da Giuseppe Vegas a chiedere agli intermediari di mettere in cantiere interventi a tutela della clientela retail in materia di titoli illiquidi. Fino ad ora nella larga maggioranza dei casi la compravendita dei titoli è stata gestita direttamente dalle banche in modo talvolta poco trasparente, ma i recenti casi di cronaca hanno portato alla luce una forte esigenza di regolamentazione e di chiarezza.
Se si escludono le oltre 300 bcc che per mezzo della riforma del credito cooperativo aderiranno alle tre capogruppo Iccrea, Cassa Centrale Banca e Raiffeisen Cassa Centrale, restano oltre un centinaio di istituti (per circa 500 mila piccoli soci) interessati dalla raccomandazione Consob e quindi dal fenomeno (oltre alle sim). Qualcuna di queste banche - per la verità un numero piuttosto limitato - ha mostrato ritrosia ad aderire al «borsino » (è il caso per esempio della Banca di Piacenza, che starebbe pensando ad altre strade). Altre hanno invece provveduto a farlo e altre ancora (come Volksbank e come probabilmente la Popolare di Valconca) lo faranno nelle prossime settimane. Secondo alcuni osservatori, la gran parte di queste banche finirà per aderirvi, ma lo sbarco avverrà in tempi diversi e quelle più diffidenti potrebbero approdarvi solo a 2018 inoltrato.
La principale particolarità del segmento sta nei limiti di immissione dei prezzi di vendita e di acquisto, pensati probabilmente per evitare bruschi crolli delle quotazioni, come quello osservato per le azioni di Banca Valsabbina quando la regola ancora non esisteva (lo scorso maggio è stato inaugurato infatti un nuovo modello di mercato). «In questo modo al momento della quotazione il prezzo dell’azione può variare dell’8% verso l’alto o verso il basso; s questo corridoio di prezzi non garantisce sufficiente liquidità al titolo, dopo due mesi tali limiti vengono allargati», spiega la società di consulenza Consultique interpellata da MF-DowJones.
A distanza di quasi quattro mesi dal lancio del nuovo modello di mercato e alla luce dell’approdo di diverse banche sulla piattaforma che bilancio si può trarre? «Se si volessero riassumere questi primi mesi di effettiva effettiva operatività del segmento si potrebbe affermare che, poco sorprendentemente, le azioni di banche che non manifestavano in precedenza problemi nei sistemi di scambio hanno continuato a scambiare (per esempio CariAsti e CariRavenna, ndr), mentre quelle che avevano negli scorsi mesi presentato criticità continuano a presentarne (Banca Popolare di Bari o Banca Popolare di Cividale, ndr)», spiega Rocco Probo, analista di Consultique. Qualche esempio? «Nella mattinata di venerdì 25 il book delle azioni della Pop Bari presentava 11.720.942 titoli in vendita al prezzo più basso e 100 in acquisto; mentre quello della Popolare di Cividale segnalava 1.655.787 azioni in vendita al prezzo più basso possibile e 10 pezzi in acquisto. Nell’asta di questa settimana quindi la banca friulana ha scambiato solo 10 azioni e quella pugliese 100. Queste dinamiche nel book hanno prodotto già nelle scorse settimane controvalori e volumi scambiati molto bassi», prosegue Consultique.
Secondo la società di consulenza la ragione di questi pochi scambi tuttavia non è da additare alle regole del segmento di contrattazione quanto ai valori fondamentali dei titoli. Le due banche sopraccitate sono quelle che, nell’ambito del campione ricordato, presentano le percentuali più elevate nel rapporto tra crediti deteriorati e patrimonio netto. Inoltre la Pop Bari conserva un rapporto price/book value superiore a 1 anche dopo la contrazione dell’8% del prezzo dell’azione. Tale dell’indicatore evidenzia una sopravvalutazione del valore dell’azione. Le regole dell’Hi-Mtf hanno quindi solo evitato un crollo più drastico del prezzo e dunque un panicselling, ma non hanno garantito ancora un maggior scambio di azioni tale da soddisfare tutti coloro che vogliono venderle.
Anche se ci sono alcuni elementi perfettibili, per la società che gestisce la piattaforma il meccanismo, nato per tutelare il piccolo investitore, funziona. «Siamo soddisfatti di questi primi tre mesi e mezzo di attività e giudichiamo efficace il nuovo format », spiega Giovanni Battista Roversi, ad di Hi-Mtf sim, che conta tra gli azionisti Banca Sella, Banca Aletti, Icbpi e Iccrea Banca. «Riconosciamo che ci sono sia casi molto positivi sia casi problematici che dipendono però da situazioni storiche: si tratta di banche che per anni sono state assenti dalle negoziazioni e che necessitano di un periodo di assestamento al termine del quale si verrà a determinare il vero prezzo», prosegue il manager. «Oggi sul nostro mercato il book si costituisce con ordini della clientela sia retail sia istituzionale; non escludo che quest’ultima possa gonfiare il book in vendita lasciando parzialmente insoddisfatti alcuni clienti retail. Ad ogni modo sono convinto che entro sei mesi o un anno al massimo la piattaforma entrerà a regime». Dopo il primo periodo di osservazione tre banche, ossia Popolare di Bari, Popolare di Cividale e Popolare Pugliese, non hanno superato la soglia di liquidità e da lunedì 28 Hi-Mft Sim varierà le rispettive bande di oscillazione. «Al netto di queste normali problematiche iniziali la piattaforma rappresenta un sistema efficace per proteggere l’investitore tradizionale, cioè il cassettista, da episodi di speculazione», conclude Roversi.