Selezionare titoli azionari non è un’attività per tutti

Consultique
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Selezionare titoli azionari non è un’attività per tutti

Selezionare titoli azionari non è un’attività per tutti
Stock picking vuol dire letteralmente «selezione di azioni», da acquistare e inserire poi nel portafoglio. Scelta che viene fatta per speculare nel brevissimo periodo con un’attività di trading oppure per fare in modo da avere un plusvalore nel medio-lungo periodo. In entrambi i casi, sarebbe meglio evitare il “fai-da-te” visto che le azioni nascondono insidie non facilmente individuabili a volte persino dagli addetti ai lavori. 

Lo stock picking, inizialmente, individua l’area geografica e il settore dove – in base al contesto di mercato al momento dell’analisi – si possano individuare “ritorni” positivi. Una volta definita l’area di interesse e individuato le società che qui si espongono, la selezione dell’azienda prevede uno screening sulla base dei fondamentali di bilancio e sulla valutazione del titolo sul mercato; l’obiettivo è quello di determinare il “fair value” della società e quindi la sotto/sovra valutazione rispetto alle quotazioni attuali. 

Fatto questo, si passa all’analisi del bilancio della società dal punto di vista reddituale e patrimoniale. Il primo aspetto porta a preferire società con fatturato in crescita, buona efficienza in termini di costi e un rapporto tra utile e patrimonio netto (Roe) elevato e superiore ai competitor. L’aspetto patrimoniale, invece, si sofferma a valutare il grado di indebitamento della società: un’azienda molto indebitata, infatti, avrà elevati costi in termini di tassi che gravano sulla redditività finale e quindi sull’azionista. 
Non solo. Si passa dopo a valutare la società sulla base del prezzo assegnato dal mercato. Quest’analisi viene affrontata da molti modelli, come quello dei multipli di prezzo, dove si rapporta il prezzo di Borsa con una grandezza di bilancio. Il multiplo della società lo si confronta successivamente con quello ottenuto generalmente dai principali competitor; il valore di una società infatti non può differire in modo significativo dal valore espresso dal mercato per aziende di dimensioni analoghe. «Il multiplo più utilizzato - fanno sapere gli analisti di Consultique - è il p/e, cioè il rapporto tra prezzo e utile d’esercizio. I multipli di prezzo negli ultimi anni presentano tutti valori molto elevati, pertanto non è possibile utilizzare un valore assoluto di riferimento per discriminare o meno una società; la valutazione deve basarsi sul confronto con la media di settore e rispetto ai competitor».


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