Da inizio anno il mercato azionario è caratterizzato da elevate performance negative, dopo la chiusura nei dintorni dei massimi storici dell’anno scorso.
Uno dei settori maggiormente in difficoltà in questi primi mesi del 2022 è il settore tecnologico. Le variabili che hanno influenzato il mercato azionario globale e di conseguenza anche il settore tech sono stati differenti.
Una delle motivazioni è il fatto che le banche centrali abbiano iniziato a cambiare politica monetaria, ovvero dopo l’immissione di liquidità nei mercati per cercare di supportarli durante lo scoppio della pandemia globale. Le politiche delle banche centrali stanno iniziando, in maniera generalizzata, ad essere sempre meno accomondanti e sempre più restrittive. L’aumento dei tassi di interesse sta, infatti, danneggiando il comparto azionario, in quanto sta riportando i valori delle società fortemente cresciuti nell’ultimo anno a valutazioni più contenute, soprattutto in quei settori ad alta crescita maggiormente cresciuti, come quello tecnologico, dotati di valutazioni e multipli elevati.
Un’altra motivazione riguarda la crisi di approvigionamento delle materie prime: in particolare per le società tech la mancanza dei chip e dei semiconduttori. Secondo il CEO di Intel, società USA specializzata nella produzione di microchip, questa problematica potrebbe durare fino al 2024. Questi disagi sono probabilmente nati nel 2020 quando a causa dei forti lockdown, per evitare contagi da Covid, la produzione industriale globale si è “bloccata”. Attualmente la domanda dei semiconduttori è elevata, infatti, vi è richiesta non solo dal settore tecnologico, ma anche da altri come per esempio quello dell’automotive, ma l’offerta è scarsa. Secondo anche il CFO di Apple, questo problema di approvigionamento potrebbe danneggiare i dati delle vendite del 2022. Disagi sul lato della “supply-chain” vi sono stati anche a causa dei nuovi lockdown che sono stati decisi dal governo cinese per cercare di evitare il contagio da Omicron. A causa delle forti limitazioni facente parte della strategia “Zero Covid” del governo cinese, in uno dei porti più importanti per il commercio cinese e internazionale, ovvero Shanghai, vi sono attualmente problemi in termini di ritardi nella consegna.
Un altro tema importante del mercato attuale è la crisi geo-politica nell’Europa dell’Est tra Ucraina e Russia, che sta influenzando negativamente i mercati finanziari. Le tensioni hanno avuto come conseguenza la riduzione del commercio e della produzione degli stati coinvolti. Inoltre, allo stesso tempo sono state introdotte dagli stati occidentali delle sanzioni nei confronti della Russia. Queste ultime azioni hanno avuto repentine risposte dal governo russo attraverso azioni severe che hanno danneggiato a sua volta anche le società occidentali: provocando l’aumento dei prezzi delle materie prime, sia agricole sia energetiche sia industriali e il conseguente aumento dei costi della produzione.
Tutte queste dinamiche potrebbero far nascere complicazioni nei rapporti tra le diverse nazioni, ovvero tra gli stati occidentali e orientali, a causa anche delle diverse prese di posizione sul tema del conflitto, mettendo in forte rischio la globalizzazione con l’introduzione di confini rigidi precedentemente non presenti.
Da inizio anno, pertanto, anche le big tech americane stanno soffrendo. In particolare, quelle maggiormente capitalizzate, come Apple e Microsoft, che godono di un elevato peso all’interno dei panieri di alcuni indici tecnologici, come MSCI World Information Technology o il Nasdaq, hanno perso da inizio anno rispettivamente il 13% e il 20%, mentre nel mese di Aprile hanno perso circa il 10%.
Nel grafico seguente viene proposto il confronto tra l’indice azionario globale che comprende solo società facente parte del settore tecnologico, l’indice azionario globale diversificato e il Nasdaq (indice diversificato non composto da società finanziarie, ma composto principalmente da società tecnologiche americane).
Dal grafico si osserva come da inizio anno 2022 il mercato azionario globale sia in forte calo e come sia a sua volta in un periodo complesso anche il settore tecnologico, rappresentato sia dall’indice di MSCI che dal NASDAQ. Il mercato globale da inizio 2022 ha ottenuto una performance pari a -17% circa, mentre quello tecnologico circa -25%.
Su borsa italiana sono quotati 27 ETF del mercato azionario di tipo settoriale tecnologico, suddivise per varie aree geografiche. Gli strumenti sono riportati in tabella e si suddividono tra ETF dotati di copertura dal rischio cambio valuta e strumenti non dotati di copertura. Inoltre, si differenziano tra ETF che distribuiscono i dividendi e strumenti, che reinvestono i dividendi, quindi ad accumulazione.
In particolare, sono presenti 8 ETF esposti alle aziende del settore tecnologico dell’area dei paesi emergenti. Di questi strumenti a gestione passiva: 5 riguardano solamente aziende cinesi, 1 riguarda società di Hong Kong e 2 si espongono verso i paesi emergenti in via diversificata.
In seguito, sono presenti 2 ETF che permettono l’esposizione al segmento azionario tecnologico europeo, attraverso strumenti a gestione passiva che replicano rispettivamente l’andamento degli indici MSCI Europe Technology e Stoxx Europe 600.
Infine, sono presenti, in tabella, ETF che replicano l’andamento del mercato azionario globale del settore tecnologico, replicando l’indice di MSCI (MSCI World Information Technology) ed ETF che replicano l’andamento degli indici di MSCI e S&P che permettono di investire nelle aziende tech americane.
Nella tabella sono stati inseriti anche strumenti che replicano l’andamento dell’indice NASDAQ 100 e NASDAQ Next Generation. Il primo è un indice americano composto dalle prime 100 società per capitalizzazione americane non finanziarie, ovvero principalmente titoli tecnologici; il secondo indice, invece, contiene le 100 più grandi società del NASDAQ non presenti nel NASDAQ 100 (ma quotate nella borsa americana NASDAQ, rappresentata dall’indice NASDAQ Composite).
Gli emittenti di questi strumenti sono KraneShares, EMQQ, Rize, HSBC, Invesco, SPDR, Xtrackers, Credit Suisse, iShares, Lyxor, Amundi.