Il rischio medio-alto del bond Crédit Agricole è dovuto principalmente sia al fatto che è subordinato (cioè viene rimborsato dopo i senior in caso di dissesto della banca), sia che scade tra nove anni. Nonostante ciò, la solidità dell’emittente lo rende più sicuro di un titolo di Stato italiano di pari durata. Vediamo il perché.
L’obbligazione Crédit Agricole
Il bond subordinato Tier II in portafoglio al lettore di «Plus24» (emesso a marzo 2015 e con scadenza a marzo 2027, data nella quale avverrà l’intero rimborso del capitale) prevede il pagamento di cedole annuali del 2,625%, non male visto l’attuale livello dei tassi di interesse. È bene però ricordare che è un’emissione subordinata: cioè, in caso di problemi dell’emittente, il rimborso avverrà soltanto quando sono soddisfatti gli interessi degli altri obbligazionisti non subordinati. Il titolo è negoziato sia in Borsa italiana (sul segmento ExtraMot), sia su EuroTlx: questo vuol dire che è supportato da una buona liquidità e gli investitori non hanno dunque problemi in caso volessero vendere prima della scadenza il titolo.
Gli scenari di probabilità
«L’analisi del profilo rischio/rendimento dell’obbligazione Crédit Agricole – spiegano dalla Società di consulenza finanziaria (Scf) Consultique di Verona – mostra una probabilità del 20,70% di ottenere a scadenza un rendimento negativo con valore medio di recupero di 30,65 euro (perdita dunque di 69,35 euro su 100 investiti). La probabilità di ottenere un rendimento soddisfacente è invece del 79,30% con un valore attuale dei flussi futuri pari a 122,81 euro. Il grado di subordinazione - continuano gli analisti veneti -comporta un rischio mediamente elevato anche se il limitato rischio di credito dell’emittente consente di contenere la probabilità di default».
Siamo di fronte quindi a un bond con scadenza residua di quasi nove anni e con una clausola di subordinazione, quindi un titolo che sconta rischi molto elevati. Tuttavia, il rendimento offerto è di circa il 2,30% ai prezzi attuali, cioè decisamente meno di un titolo di Stato italiano di pari scadenza e pari a un BTp con scadenza più o meno tra i quattro e i cinque anni. «Ciò significa - concludono da Consultique - che pur esprimendo un giudizio di rischiosità medio/alta, siamo di fronte a un titolo che il mercato prezza come meno rischioso di un titolo di Stato italiano».
la situazione della banca
Il gruppo francese (controlla in Italia Cariparma, Friuladria e Carispezia) ha di recente acquisito Piooner tramite Amundi (Sgr del gruppo UniCredit) ampliando così l’espansione nel mercato italiano. Le dimensioni del gruppo francese, inoltre, sono paragonabili a quelle di UniCredit per capitalizzazione e ha un indice di solidità Cet1 (Common equity tier, in sintesi il principale indicatore di valutazione della solidità patrimoniale di una banca) pari all’11,4%, un valore non alto ma commisurato al minor rischio di un gruppo francese rispetto a quelli italiani e comunque ampiamente superiore rispetto alle richieste della Banca centrale europea (Bce). Infine, anche dal punto di vista reddituale il gruppo bancario si mostra in salute.