Ecco il nostro intervento su Plus24 del 20 maggio 2017.
Nel 1986 il governo vietnamita ha optato per una politica economica basata sull’apertura internazionale e questo ha favorito una buona crescita del paese. Anche per i prossimi anni è prevista un rialzo del Pil superiore al 6%. Inoltre c’è stata un abbattimento dell’inflazione, passata dal 20% nel 2011 al 4,7% nel 2016. Un calo che ha consentito alla banca centrale di ridurre il tasso di interesse al 6,5%, mantenendo una politica monetaria espansiva.
A trainare l’economia è soprattutto il settore manifatturiero, in particolare nel campo dell’elettronica. Un altro elemento di forza per il Vietnam è l’export, derivante da società estere con sede nel Paese per il basso costo del lavoro; il 71% delle esportazioni sono correlate agli investimenti diretti esteri. Il Paese è comunque fortemente dipendente dall'Asia in termini di export e quindi influenzato da possibili crisi economiche dell’intera area asiatica. Il settore bancario risente di una debole capitalizzazione ed elevati livelli di sofferenze (circa il 12%), legati principalmente a prestiti finanziati in passato per motivi politici; il settore si presenta comunque in ripresa dopo la crisi immobiliare del 2012.
Dal grafico di confronto con l’indice MSCI Emerging Market, risulta un’evidente sovra performance dell’indice azionario vietnamita, in particolare negli ultimi due anni. Sul lato obbligazionario la curva non ha registrato particolari variazioni rispetto l’anno precedente, si evidenzia solo uno shift verso il basso, con un tasso di rendimento per il decennale passato dal 7% al 6% attuale. È possibile esporsi sul mercato vietnamita tramite Etf e Fondi, principalmente sul comparto azionario. È inoltre possibile acquistare singole obbligazioni governative in valuta locale.