Nel 2018 la Francia è cresciuta dell’1,6%. Secondo la Banque de France, l’economia del Paese dovrebbe beneficiare dell’aumento del potere d’acquisto delle famiglie grazie ad una serie di interventi attuati a seguito delle manifestazioni dei gilet gialli, come l’aumento dei salari mensili di circa 100 euro. La Banca stima un impatto positivo sul Pil del 2019 e 2020 dello 0,3% circa, con una variazione del Pil tra l’1,4% e l’1,5%. A seguito delle diverse nuove misure di spesa attuate dal Governo per sostenere il Paese, tuttavia, il deficit di bilancio al 2,7% nel 2018, nel 2019 potrebbe superare la soglia del 3%. Il tasso di disoccupazione è sceso all’8,8%, mentre sul lato inflazione, il tasso si attesta all’1,1% a inizio 2019, ancora lontano dal target del 2%.
L’indice azionario francese da inizio anno ha segnato un +16%, allineato all’indice Msci Europe. A un anno l’indice francese ha segnato un +7% (Total Return) rispetto un -2,4% del Dax tedesco, evidenziando l’impatto più negativo sulla Germania delle decisioni sui dazi Usa-Europa. A quattro anni, come da grafico a lato, rispetto l’indice globale, il Cac40 presenta una sotto performance per tutto l’arco temporale. Sul lato obbligazionario i tassi di rendimento annui dei titoli di Stato restano negativi fino a una scadenza di quasi 7 anni. Il decennale si attesta al momento allo 0,42%. Con l’economia in frenata e l’inflazione lontana dal target, quasi sicuramente la Bce non aumenterà i tassi nel 2019, pertanto i rendimenti dei governativi non registreranno particolari variazioni, se non per motivi legati al rischio Paese. È possibile esporsi al mercato francese azionario e obbligazionario con Etf o fondi, oppure acquistando titoli governativi.