L’Argentina vive in un clima economico ancora molto fragile, con gran parte della popolazione in condizioni di estrema povertà. Dal punto di vista della crescita economica, nel 2016 il Paese sudamericano ha visto una contrazione del Pil del 2,3%, in parte a causa del costo delle materie prime molto basso. Per il 2017 è previsto un ritorno in positivo della crescita, stimata al 3%. L’inflazione viaggia ancora su livelli molto alti, tra il 20 e 25%. Per far fronte a una ripresa dell’economia ancora troppo debole, il Governo Macri è stato costretto a ricorrere al finanziamento con il debito pubblico: a giugno sono stati emessi titoli di stato con scadenza 100 anni per circa 2,75 miliardi dollari e un rendimento all’emissione di circa il 7,9%. E nonostante la consapevolezza della storia argentina, con tutti i default passati, il mercato ha sottoscritto rapidamente l’intero controvalore emesso.
L’indice azionario argentino, il Merval Index, dal grafico a lato evidenzia un’ottima performance dal 2013, pari al 67% su base annua in valuta locale, sovrapreformando l'indice dei paesi emergenti in dollari Usa; è necessario tuttavia considerare come nello stesso arco temporale il tasso di cambio Peso Argentino/Usd abbia perso circa il 57%, di cui il 41% da dicembre 2015, quando venne eletto il presidente Macri che decise di ristabilire un regime di cambio flessibile verso il dollaro. Solo recentemente il mercato argentino è comunque tornato nell’interesse degli investitori, pertanto Etf e fondi azionari e obbligazionari, quotati sulle borse europee, presentano al momento esposizioni verso il Paese con percentuali solo residue rispetto agli altri stati dellìAmerica Latina. È possibile acquistare i singoli bond governativi in Usd.