Negli ultimi anni l’Indonesia ha sempre mantenuto una crescita annua del Pil superiore al 4%, stimata costante anche per il futuro da molti analisti: per fine 2017 il Fmi ha previsto un’espansione al 5,2%. Nel 2015 il Governo è intervenuto con alcune misure per rilanciare la competitività del Paese, al fine di attirare capitali dall’estero, liberalizzando molti settori. Nel Paese si è ridotta molto la fascia di popolazione in povertà, passata sotto il 50%, e il tasso di disoccupazione si è attestato tra il 5-6%. L’inflazione dopo una crescita su base annua superiore al 6% si è ridotta nel 2016 al 3,5%, aumentando la fiducia della Banca Centrale che ha ridotto i tassi al 7,86% nel 2016. Tra le criticità del Paese in primis vi sono l’inadeguatezza delle infrastrutture, la trasparenza normativa molto debole e il rischio terrorismo.
La curva dei rendimenti attuale di conseguenza, ha visto un movimento verso il basso di circa un punto percentuale per tutte le scadenze rispetto fine 2016. I rendimenti del decennale in valuta locale sono passati dal 7,8% al 6,6%, mantenendo comunque una ripidità molto bassa della curva. La rupia indonesiana dal 2016 è stata piuttosto stabile rispetto ad altre monete asiatiche. Il principale indice azionario rispetto l’indice sul mercato emergente generale vede una costante sovraperformance negli ultimi 4 anni. Da inizio 2017 tuttavia la performance dell’indice indonesiano in euro ha segnato solo il 4,5%, mentre i paesi emergenti hanno guadagnato il 20%. Sul mercato indonesiano è possibile esporsi con investimenti in Etf/fondi azionari e obbligazionari. È possibile inoltre acquistare i singoli bond governativi in dollari Usa.