I rendimenti dei titoli di Stato portoghesi decennali sono arrivati a toccare livelli superiori al 16%, durante gli anni di crisi del debito sovrano (2011-12) con un deficit pubblico all’11% sul Pil. Per uscire dalla crisi - con l’aiuto della Troika (Commissione Ue, Bce, Fmi)- negli anni successivi il Portogallo ha adottato una politica di austerity, con tagli diffusi alla spesa pubblica e un aumento dell’Iva, che ha permesso di tornare sotto il livello 3% tra deficit pubblico e Pil. A fine 2017 S&P ha alzato il rating da BB+ a BBB-, passando così dal cosiddetto livello “spazzatura” a un livello Investment Grade.
I titoli di Stato portoghesi hanno apprezzato la minor percezione del rischio Paese ed oggi il rendimento annuo del decennale è dell’1,76%. La forte ondata di incertezza sul mercato italiano ha portato il mercato a prezzare i BTp con un rendimento al 2,47%, superiore a quello dei titoli portoghesi come non succedeva da più di 10 anni. Il rischio paese viene quindi percepito più alto per l’Italia, pur avendo un rating a Investment Grade da parte di tutte le agenzie. Lo stesso Cds a 5 anni sul Portogallo – ovvero il costo per “assicurarsi” contro il rischio di default – si attesta a 100 punti, dopo aver superato i 1000 negli anni di maggiori difficoltà.
La Borsa portoghese da inizio anno ha registrato una performance del +8% (total return) e il programma presentato dal Ministro António Costa con le riforme strutturali, punta a sostenere la capitalizzazione e gli investimenti delle imprese, elementi che potrebbero avere riflessi positivi sul mercato azionario. È possibile esporsi sul mercato portoghese tramite Etf e fondi oppure acquistando direttamente titoli governativi.