La Svezia è tra i Paesi che meglio hanno recuperato dopo la crisi del 2008. Il Pil è salito negli ultimi anni, soprattutto grazie al settore di ricerca e sviluppo. Il rallentamento registrato nel 2017-2018 è dovuto in parte all’elevata esposizione all’export, di cui circa il 70% verso l’Europa, pertanto il Paese sta risentendo della guerra commerciale in corso.
Il tasso di disoccupazione si attesta al 6% circa, rispetto l’8% medio europeo. I vincoli di bilancio auto-imposti dal parlamento svedese, prevedono di raggiungere entro il 2019 un surplus di bilancio dello 0,3% e un rapporto debito/Pil al 35%. Vista l’ottima situazione economica, il Paese ha un rating AAA da parte di tutte le Agenzie, sottolineando il basso rischio di insolvenza. Le recenti incertezze politiche hanno tuttavia avuto un riflesso negativo sulla moneta. Il cambio Eur/Sek ha segnato circa un +9% da inizio anno; a fine agosto ha raggiunto quota 10,73, valore toccato solo durante la crisi del 2009. L’indice azionario svedese (OMX Index) ha avuto una performance in linea con l’indice globale: da inizio anno ha guadagnato il 6% in SEK, nullo se valutato in Euro.
La curva dei tassi d’interesse non risulta variata significativamente rispetto un anno fa; i rendimenti si attestano positivi per i titoli con scadenza superiore ai 5 anni, con il decennale allo 0,5%. La Banca Centrale mantiene per il momento il costo del denaro negativo (-0,5%) a fronte di un’inflazione attorno al 2%, sostenuta soprattutto dalla componente energia; un rialzo dei tassi è comunque previsto tra dicembre e febbraio al fine di evitare un surriscaldamento dell’economia.
È possibile esporsi sul mercato svedese tramite Etf e fondi. Per la parte obbligazionaria non sono disponibili molti strumenti, ma è possibile acquistare direttamente titoli governativi.