Tutti gli strumenti per puntare sull’economia russa

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Tutti gli strumenti per puntare sull’economia russa

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L’economia russa verte principalmente sull’export energetico, pari a circa il 34% del Pil. Ma se fino al 2013 i giacimenti di risorse naturali sono stati fonte di ricchezza, a partire dal 2015 il forte crollo del prezzo del greggio – passato dai 100 a 30 $ al barile – ha avuto effetti negativi per l’economia del Paese. Il Pil ha registrato un calo, attestandosi al -3,7% nel 2015, aggravato dalle sanzioni internazionali applicate per il conflitto con l’Ucraina. L’inflazione dopo essersi stabilizzata a seguito della crisi degli anni 90, nel 2015 è tornata a salire, con una forte svalutazione del rublo: il rapporto Usd/ Rub è passato da 30 a 72 nel triennio 2012-15. Nel 2016, tuttavia, si sta registrando una ripresa dell’economia, con un tasso d’inflazione meno pesante, un apprezzamento del rublo e un miglioramento nella contrazione del Pil. La Russia per alcuni analisti sarà la locomotiva dell’Europa emergente. Il mercato azionario, a seguito del crollo intrapreso a dicembre 2014, ha registrato un trend laterale per poi segnare a nel settembre scorso un rialzo del 25% da inizio anno, trainato dalla forza del rublo e dalla decisione della Banca centrale di aumentare i tassi per contrastare la fuga di capitali. A giugno 2016, nonostante il significativo calo dell’indice dei prezzi – da valori superiori al 15% a circa il 7% – i tassi sono stati ridotti solo dello 0,5%; si presuppone quindi un’ulteriore operazione di allentamento, visto anche il gap rispetto il tasso di rendimento di un governativo russo decennale pari a circa l’8%. Il grafico a lato mostra una curva dei tassi di interesse, leggermente inversa e con un shift al ribasso rispetto l’anno precedente. Per chi desidera esporsi sul mercato russo può farlo tramite fondi ed Etf, principalmente azionari, mentre risulta più complesso l’investimento obbligazionario.