Il fatidico 31 ottobre è sempre più vicino e le posizioni del governo e del parlamento del Regno Unito continuano ad essere sempre più distanti. Johnson, ormai in minoranza nel parlamento, ha promesso di completare entro quella data il processo della Brexit an- che a costo di una hard Brexit, opponendosi anche alla legge del Parlamento che impone di chiedere una proroga all’Ue in assenza del- l’accordo. All’appuntamento l’economia bri- tannica arriverà, ad ogni modo, in una condi- zione di progressivo rallentamento. La stima preliminare relativa alla crescita del Pil su ba- se annuale nel secondo trimestre del 2019 si è attestata al +1,2%. Si tratta di un valore infe- riore alle attese degli analisti pari a +1,4%, ma soprattutto si tratta del valore più basso da marzo 2010. Il tasso di disoccupazione conti- nua comunque a ridursi ed è sceso al 3,8%, il valore più basso negli ultimi 45 anni. Il tasso di inflazione, invece, risulta essere in linea con l’obiettivo della banca centrale.

I timori di un possibile rallentamento o di una prossima recessione hanno contribuito a determinare la forma della curva dei rendi- menti dei titoli governativi, caratterizzata da un tasso a tre mesi superiore rispetto quello a 10 anni. Il principale indice azionario britan- nico, il “FTSE 100” ha sottoperformato nel- l’ultimo anno l’indice rappresentativo del- l’intero Vecchio Continente, ovvero l’Msci Europe. Per chi desidera esporsi al mercato britannico è possibile acquistare Etf o fondi azionari e obbligazionari. È possibile inoltre acquistare le singole obbligazioni governati- ve denominate in sterline.